I giudici hanno ritenuto le prove insufficienti
SAN GALLO - Il tribunale distrettuale di San Gallo ha assolto oggi una giovane madre accusata di aver ucciso la figlia di sette mesi mettendo droga nel biberon. La donna negava ogni addebito e i giudici hanno ritenuto le prove insufficienti.
L'accusa sosteneva che la droga (un mix di eroina e cocaina) fosse stata messa di proposito nel biberon, in modo che la storia d'amore fra la 25enne e il suo ragazzo di allora potesse continuare indisturbata. Il pubblico ministero ha descritto la relazione come unilateralmente ossessiva. L'imputata avrebbe sofferto per i contatti del suo amato con la ex partner, con cui ha un figlio.
Il procuratore non escludeva nemmeno che l'intenzione della mamma fosse semplicemente quella di calmare la piccola drogandola, e ha quindi proposto tre differenti capi d'accusa: assassinio, omicidio o omicidio colposo.
La difesa chiedeva invece l'assoluzione per mancanza di prove. Nessuno sa esattamente cosa sia successo ed esistono molte altre ipotesi sull'avvelenamento da droghe della bambina, hanno sottolineato i legali. Anche il compagno della donna, pure tossicodipendente, può essere sospettato.
Nel corso del procedimento, la donna ha affermato che amava sua figlia e che non le ha mai fatto del male. Sperava di poter fondare una famiglia con il suo compagno. Forse, ha detto, ha creduto in maniera troppo ingenua alla storia d'amore, ma non avrebbe mai sacrificato la vita della piccola.
Prove insufficienti - I giudici sangallesi hanno dato ragione alla difesa. Nessuno è infatti riuscito a ricostruire cosa esattamente sia successo e le prove presentate non sono sufficienti per una condanna. La corte si è limitata a ricordare quanto tragici siano i fatti avvenuti.
Il tribunale ha comunque condannato la donna per sviamento della giustizia. Il compagno era incappato in un controllo radar mentre viaggiava a 93 km/h, in un tratto limitato a 50. Per paura del ritiro della patente, la 25enne ha mentito dichiarato alla polizia di trovarsi al volante.