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SVIZZERALe regole della riesportazione? Vanno allentate

07.06.23 - 12:02
Approvata dagli Stati un'iniziativa che chiede di modificare la Legge sul materiale bellico
keystone-sda.ch (Bettina Berger)
Fonte ATS
Le regole della riesportazione? Vanno allentate
Approvata dagli Stati un'iniziativa che chiede di modificare la Legge sul materiale bellico

BERNA - La riesportazione - per esempio verso l'Ucraina - di materiale bellico prodotto in Svizzera dev'essere possibile a determinate condizioni. Lo prevede un'iniziativa parlamentare adottata oggi dal Consiglio degli Stati per 22 voti a 17 e 4 astensioni.

L'iniziativa, formulata dalla Commissione della politica di sicurezza della Camera dei cantoni, auspica una modifica della Legge sul materiale bellico affinché, in caso di forniture a Stati che si riconoscono nei nostri stessi valori e che dispongono di un regime di controllo delle esportazioni simile al nostro (come Francia o Germania), la dichiarazione di non riesportazione sia limitata a cinque anni se il Paese di destinazione si impegna a trasferire il materiale bellico dopo tale scadenza soltanto a determinate condizioni: lo Stato di destinazione non è coinvolto in un conflitto armato interno o internazionale. Tuttavia, tale restrizione non si applica ai casi in cui un paese di destinazione - come l'Ucraina - si avvale del suo diritto di autodifesa conformemente al diritto internazionale. Oltre a ciò, il Paese di destinazione non deve violare in maniera grave i diritti umani e non vi deve essere alcun rischio che le armi vengano impiegate contro la popolazione civile.

Inoltre - altro aspetto cruciale dell'iniziativa, n.d.r. - le dichiarazioni di non riesportazione che sono state firmate più di cinque anni prima dell'eventuale entrata in vigore della presente modifica di legge vengono dichiarate nulle in quanto abrogate dal Consiglio federale.

Le ragioni del "sì"

Per il relatore della commissione, Charles Julliard (Centro/JU) la nostra prassi in materia di armi è considerata all'estero troppo restrittiva, ciò che ha effetti anche sulla considerazione di cui gode la nostra neutralità. A detta di Julliard, come anche di altri oratori, la modifica della legge sul materiale bellico è un atto interno alla Svizzera che non intacca la neutralità, come spiegato da eminenti giuristi, dal momento che la riesportazione di armi in un teatro di guerra avviene solo indirettamente, e non direttamente da parte nostra.

Secondo Thierry Burkart (PLR/AG) e altri "senatori", l'atteggiamento della Svizzera danneggia la neutralità del nostro Paese tant'è che diversi Stati amici - come la Germania - hanno già affermato che non avrebbero più acquistato materiale bellico da aziende svizzere in seguito ai dinieghi opposti dal Consiglio federale alla riesportazione di armi, sebbene la vendita sia avvenuta molti anni or sono. Un simile eventualità, ha spiegato il "senatore" argoviese, metterebbe in pericolo la nostra neutralità armata dal momento che le società elvetiche attive in questo ramo perderebbero quel know-how necessario per rimanere competitive e assicurare così la nostra sicurezza.

Per Heidi Gmür-Schonenberger (Centro/LU), «il mondo è cambiato dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia», ciò che ci obbliga a rivedere la nostra prassi, che tante critiche e incomprensione ha suscitato all'estero. Un no all'iniziativa, ha aggiunto Burkart, darebbe un segnale negativo ai nostri partner europei, ossia che non siamo solidali con i Paesi che si oppongono alla Russia, paese considerato una minaccia esistenziale alla sicurezza del continente.

Le ragioni del "no"

Opposto il ragionamento degli avversari dell'iniziativa parlamentare, secondo i quali il mantenimento della credibilità della Svizzera, e della sua neutralità, passa dal rispetto della legge in vigore, rivista in modo restrittivo nel 2021, in risposta all'iniziativa popolare detta "correttiva" che voleva vietare l'export tout court di armi.

A detta di Mathias Zopfi (Verdi/GL), modificare una legge appena entrata in vigore dopo un voto popolare è poco democratico. Cambiare le regole del gioco per consentire la riesportazione di armi verso un solo paese in guerra verrebbe percepito, a suo avviso, come un aiuto unilaterale, quindi contrario alla neutralità.

Stando a Zopfi, inoltre, l'impressione che daremmo è quella di volerci arricchire vendendo armi, mentre la Svizzera può essere utile all'Ucraina in molti altri modi, ossia con l'aiuto umanitario sul posto e la ricostruzione. Va poi aggiunto, ha sottolineato l'ecologista, che l'inasprimento della legge sul materiale bellico è stato voluto per evitare che armi fabbricate in Svizzera finissero nelle mani di gruppi o paesi poco raccomandabili. Nessuno può assicurarci, ha spiegato, che qualcosa del genere non possa ripetersi anche se le armi vengono riesportate da Paesi che hanno un regime in materia paragonabile al nostro.

Nel suo intervento, la «senatrice» Heidi z'Graggen (Centro/UR) si è detta altresì «irritata» dalla clausola retroattiva contenuta nell'iniziativa parlamentare e a favore invece di un dibattito di ampio respiro sulla neutralità. Dal parte sua, Carlo Sommaruga (PS/GE) ha messo in guardia sull'impatto importante che un allentamento della nostra prassi avrà sulla percezione della neutralità all'estero, e dei riflessi negativi che ciò potrebbe avere sulla Ginevra internazionale. La nostra neutralità, ha affermato il ginevrino, «rappresenta la nostra forza».

Per Daniel Jositsch (PS/ZH) non vale la pena modificare la prassi in materia di esportazione di armi per raccogliere «qualche applauso all'estero» per poi dover constatare, fra qualche anno, che armi elvetiche sono «emerse» là dove non vogliamo. In questo momento storico, ha concluso, «dobbiamo essere forti e resistere alle pressioni».

 

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COMMENTI
 

RV50 1 anno fa su tio
Non lasciamoci trascinare in un turbine che non avrà mai fine ... abbiamo una costituzione , ci sono degli accordi che vengano rispettati e i problemi sono risolti , non facciamo parte ; per fortuna , di quel circo equestre che si chiama UE , loro vogliono finanziare militarmente l'Ucraina lo facciano nessuno glielo vieta non aiuteremo con metodi diversi assistenza sanitaria logistica e via dicendo ma di armi non se ne parla ....

Nola 1 anno fa su tio
Forse e' finita la democrazia svizzera. Hanno prima attaccato il segreto bancario, ora la neutralita'. La terza sara' la democrazia diretta. Penso si e' ancora in tempo di fare qualcosa.

Manang1404 1 anno fa su tio
Risposta a Nola
Che c'entra il segreto bancario con la democrazia? Cosa c'entra avere soldi di mafiosi es evasori in banca con la democrazia?

Voilà 1 anno fa su tio
E' in atto una grande abbuffata e l'industria bellica svizzera non vuole stare a guardare...

Lemmy 1 anno fa su tio
Bene, l’Ucraina non adempie a nessuna delle condizioni elencate nell’articolo, quindi il discorso è chiuso ancora prima di iniziare! Inoltre molte armi fornite all’Ucraina vengono vendute al mercato nero ad altri paesi, tipo al cartello della droga in Messico! Che facciano esprimere il popolo su questa faccenda!

S.S.88 1 anno fa su tio
Perché devono decidere tutto questo qui?? Riva da matti

S.S.88 1 anno fa su tio
Ma danno e disfano come vogliono?

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Se questo accadrà NON MI SENTO PIÙ SVIZZERO. Che ver, - go.,--gna, che sc..,-hifo. Una Bal dra,/ cca é una santa. Qualora questo scenario si configurasse per me questa nazione non eiste più. Mi vergono di essere Svizzero. Vo m1t. ,--evole

Silver09 1 anno fa su tio
Zopfi pur non essendomi particolarmente "simpatico" stavolta ha ragione:"...la Svizzera può essere utile all'Ucraina in molti altri modi, ossia con l'aiuto umanitario sul posto e la ricostruzione" ma anche da noi la lobby delle armi e la sindrome di sudditanza che qualche politico nutre verso la UE e gli USA ci spingerà verso la rovina. E una volta che il dado sarà tratto non potremo più definirci Neutrali!

Voilà 1 anno fa su tio
Nel mondo al momento ci sono 60 guerre, si vuole una legge ad hoc per l'Ucraina o si potrà riesportare anche in altri paesi? E cosa intendono per "determinate condizioni"? In futuro chi darà il nullaosta per la riesportazione? La Russia, quale invasore, ha torto marcio, ma come in ogni guerra le atrocità vengono commesse dalle due parti in conflitto, e la verità su tutti i fatti si saprà forse a guerra finita, sabotaggio del gasdotto ed esplosione della diga compresi.

Tiki8855 1 anno fa su tio
Tipico svizzero - si cerca sempre un compromesso - in questo caso a discapito della neutralità - pori num

DavideBernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a Tiki8855
Vatnik giusto?

Andy 82 1 anno fa su tio
ma cavolo che ogni paese si arrangi con le proprie Armi ..è un pò come la legge della natura ...il più forte vince...è brutto mà così è

Ape67 1 anno fa su tio
Ma noooo

ZampadicapraXXX 1 anno fa su tio
Che la classe politica Svizzera eletta dal popolo faccia gli interessi del popolo! Non quelli di un qualche manager benpagante dell’industria bellica. VENDUTI! Stiamo alla larga da questo conflitto e ricordiamoci chi siamo, Svizzeri e Neutrali.

DavideBernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a ZampadicapraXXX
Se dovessi mai aver bisogno di aiuto, spero che tutti rimanghino neutrali e non ti aoutino 😉

Andy 82 1 anno fa su tio
Risposta a ZampadicapraXXX
sono d'accordissimo con lei...non come tutti che dicono...e se e se noi siamo neutrali PUNTO ..poi con i se e con i mà.. ognuno pesi ciò che vuole

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a DavideBernasconi
Dade MAGARI fosse cosi. Prefrisco di gran lunga NON ESSERE AIUTATO con le armi. Capisci oppure serve un disegnino !!! NEUTRALI fino all apiù piccola unità energetica del mio essere vivente e pure da morto.

Andy 82 1 anno fa su tio
Risposta a APR-DRONE
bravo giusto!! come detto sopra se se se... noi siamo patriottici e neutrali e così speriamo sia ancora x molto tempo ...poi se qualche buontempone vuole andare ad aiutare che ci vada ..

francox 1 anno fa su tio
che uregiatt

Dibatto per te 1 anno fa su tio
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