Un comitato interpartitico raccomanda la bocciatura dell'iniziativa popolare dei giovani Liberali Radicali in votazione il prossimo 3 marzo.
BERNA - Lavorare fino a 66 anni per ricevere la pensione AVS? Non se ne parla stando a un comitato interpartitico che raccomanda la bocciatura, al pari del parlamento e del Consiglio federale, dell'iniziativa popolare dei Giovani PLR in votazione il prossimo 3 di marzo.
L'iniziativa "Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile (Iniziativa sulle pensioni)" intende migliorare la situazione finanziaria dell'AVS. L'età di pensionamento dovrebbe venir innalzata a tappe di due mesi all'anno fino ad arrivare ai 66 anni nel 2032. In seguito dovrebbe essere adattata alla speranza di vita aumentando di 0,8 mesi per ogni mese di aspettativa di vita supplementare. In base alle previsioni attuali, i promotori stimano che l'età pensionabile salirà a 67 anni nel 2043 e a 68 nel 2056.
Tutti i principali partiti, a eccezione del PLR, combattono un'iniziativa considerata «antisociale» e «inadatta a riformare la previdenza per la vecchiaia». Secondo l'UDC, il Centro, il PS, i Verdi e i Verdi liberali, questa proposta di modifica costituzionale ignora la realtà che i cittadini anziani devono affrontare sul mercato del lavoro e minimizza le ripercussioni sul sistema di sicurezza sociale e sulla salute della popolazione.
Secondo il comitato contrario, le persone che svolgono lavori poco qualificati vivono meno a lungo e lasciano la vita lavorativa in condizioni di salute peggiori. Di conseguenza, l'aspettativa di vita non dovrebbe essere l'unico fattore che determina l'età pensionabile, ma anche il numero di anni che restano da vivere in buona salute. «Le persone che hanno lavorato tutta la vita hanno diritto ad andare in pensione ancora in buona salute», ha dichiarato la consigliera nazionale Léonore Porchet (Verdi/VD), nonché vicepresidente di Travail.Suisse.
«Invece di dover lavorare fino alla morte, oggi possiamo trascorrere la vecchiaia in sicurezza e dignità», gli ha fatto eco Adrian Wüthrich, presidente di Travail.Suisse, secondo cui l'iniziativa sulle pensioni mette in discussione questa grande conquista del nostro Stato sociale.
Inoltre, quando la riforma dell'AVS è stata approvata dagli elettori un anno e mezzo fa - incluso l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne da 64 a 65 anni - è stato promesso che non ci sarebbe stato un ulteriore aggiustamento verso l'alto dell'età di riferimento, ma «che avremmo adottato un approccio globale alla prossima riforma giacché non è possibile per tutti i lavoratori lavorare semplicemente più a lungo», stando al "senatore" obvaldese del Centro, Erich Ettlin. «Per i lavoratori anziani disoccupati è già difficile trovare un impiego; tale fenomeno si accentuerebbe se l'iniziativa venisse accolta», ha spiegato.
L'iniziativa sulle pensioni colpirebbe maggiormente la classe media e i lavoratori a basso reddito, senza migliorare in modo significativo la salute finanziaria dell'AVS. «Coloro che possono permetterselo continuerebbero ad andare in pensione anticipata, mentre le persone con un reddito normale o basso sarebbero obbligate a lavorare più a lungo, indipendentemente dal loro stato di salute», ha tuonato la consigliera nazionale bernese dei Verdi liberali, Melanie Mettler.
«I modelli di pensionamento anticipato destinati a coloro che svolgono professioni usuranti sono in pericolo», ha poi fatto notare il consigliere agli Stati Pierre-Yves Maillard (PS/VD), «mentre i banchieri continueranno ad andare in pensione a 60 anni perché possono permetterselo». Tutto ciò, «è profondamente ingiusto», ha concluso il presidente dell'Unione sindacale svizzera.
Secondo il consigliere nazionale UDC di Ginevra, Thomas Bläsi, l'adeguamento automatico dell'età pensionabile ogni anno alimenterebbe un clima di insicurezza tra i lavoratori e comporterebbe enormi costi amministrativi.
Né il Consiglio federale, né il Parlamento, né i cittadini avrebbero poi voce in capitolo nella definizione dell'età pensionabile. Questo automatismo "non solo è troppo rigido, ma anche incompatibile con i nostri principi democratici", ha puntualizzato.
L'iniziativa dei Giovani Liberali Radicali è invisa, come già detto, anche al Parlamento e al Governo. Sul tema potrebbe però presto essere proposto un controprogetto indiretto che prevede l'introduzione di un freno all'indebitamento del primo pilastro.