Lo chiede una mozione già approvata dal Nazionale, sostenuta anche dalla CPE-S.
BERNA - Le spie russe, e altri agenti stranieri, vanno allontanati sistematicamente dalla Svizzera. Lo chiede una mozione già approvata dal Nazionale, sostenuta anche dalla Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S).
Stando alla maggioranza della commissione - 8 a 4 - le attività illegali commesse da queste persone, che non possono essere perseguite penalmente, mettono in pericolo pazi di dialogo offerti soprattutto nel contesto della Ginevra internazionale. Inoltre tali attività possono minacciare gli interessi diplomatici della Svizzera e le persone prese di mira, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari.
Secondo la maggioranza, i meccanismi di espulsione per le persone che non possono essere perseguite penalmente vanno rafforzati, senza tuttavia rinunciare a un esame dei casi specifici.
Una minoranza pensa invece che la mozione non apporti alcun valore aggiunto rispetto alla prassi attualmente applicata dal Consiglio federale.
Il Consiglio nazionale aveva approvato la mozione nel dicembre scorso con 103 voti favorevoli, 74 contrari e 19 astensioni. In aula era stato ricordato che i membri del corpo diplomatico spesso invocano la loro immunità nelle vicende di spionaggio.
Dall'inizio della guerra in Ucraina lo spionaggio russo in Svizzera è aumentato, aveva affermato Fabian Molina (PS/ZH), secondo cui un agente dei servizi segreti russi su cinque in Europa è di stanza in Svizzera. A suo avviso ciò è dovuto non solo al fatto che la Confederazione è uno Stato ospite, ma anche alla prassi lassista del Consiglio federale.
Nel plenum, solo UDC e PLR si erano opposti al testo. A loro avviso, le spie straniere vengono già espulse, ma con la prudenza che questo richiede. L'UDC aveva inoltre messo in guardia da probabili rappresaglie della Russia sotto forma di rinvii di diplomatici svizzeri.