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BERNABocciata l'iniziativa «per la responsabilità ambientale»

03.06.24 - 20:59
Il nazionale l'ha definita troppo costosa, dannosa per l'economia, inutile e controproducente
TiPress
Fonte ats
Bocciata l'iniziativa «per la responsabilità ambientale»
Il nazionale l'ha definita troppo costosa, dannosa per l'economia, inutile e controproducente

BERNA - Troppo costosa, dannosa per l'economia, inutile e controproducente. Così ha definito il Consiglio nazionale l'iniziativa popolare dei Giovani Verdi "per la responsabilità ambientale", che raccomanda di respingere. Non ci sarà alcun controprogetto.

Come spiegato da Christophe Clivaz (Verdi/VS), la proposta di modifica costituzionale - il cui nome intero è "Per un'economia responsabile entro i limiti del pianeta (Iniziativa per la responsabilità ambientale)" - chiede che l'ambiente diventi una priorità. «La Svizzera deve produrre e importare in modo da non distruggere le risorse naturali».

Concretamente, l'iniziativa esige che le attività economiche consumino risorse ed emettano sostanze nocive soltanto nella misura in cui le basi naturali della vita siano conservate tenendo conto del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità, del consumo d'acqua, dell'utilizzazione del suolo e delle immissioni. La Confederazione avrebbe 10 anni di tempo per adottare le relative disposizioni, che dovranno tenere conto della sostenibilità sociale.

Per Clivaz bisogna rendersi conto che «il nostro livello di comfort materiale, il nostro livello di benessere, è possibile solo sovra-sfruttando le risorse naturali e superando la biocapacità del nostro pianeta». Il 13 maggio in Svizzera abbiamo vissuto l'Overshoot Day, il giorno in cui abbiamo esaurito le risorse che il nostro pianeta è in grado di rigenerare in un anno, ha aggiunto Greta Gysin (Verdi/TI).

Le misure proposte dai Giovani Verdi sono «una necessità ambientale e un dovere morale, ma rappresentano anche un'opportunità economica». Investire nella sostenibilità significa creare posti di lavoro nell'economia verde a basso impatto ambientale, ha sottolineato la ticinese.

Nel suo intervento, Fabien Fivaz (Verdi/NE) ha parlato delle emissioni di CO2. Tenendo conto delle emissioni grige importate, pro capite la Svizzera emette il doppio della Francia e un terzo in più della Germania. «Siamo al 18° posto nel mondo in questa classifica», ha detto il neocastellano.

Insomma, «il pianeta ha limiti che dobbiamo riconoscere», ha sostenuto Gysin. «Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte all'evidenza scientifica», ha aggiunto.

Da notare che una minoranza rosso-verde della Commissione dell'ambiente ha depositato una proposta di controprogetto diretto (ossia a livello costituzionale, ndr.), che riprende i contenuti dell'iniziativa senza fissare però un termine di attuazione. Permetterebbe di prendere sul serio le legittime preoccupazioni degli iniziativisti concedendo più tempo e spazio di manovra per attuare le disposizioni previste, ha sostenuto Jon Pult (PS/GR).

Le argomentazioni dello schieramento rosso-verde non hanno però fatto breccia tra i partiti borghesi. In molti hanno criticato, anche fortemente, il termine di dieci anni previsto dall'iniziativa per attuale le disposizioni in essa contenuta. Per rispettarlo, «la Svizzera dovrebbe adottare misure normative e incentivanti rigorose, che avrebbero importanti conseguenze economiche e sociali negative», ha sostenuto Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR) a nome della commissione. Inoltre, «imponendo severe norme di produzione, la Svizzera rischia di agire in solitaria sul piano economico, cosa che comporterebbe svantaggi concorrenziali significativi».

Da parte sua, Nicolò Paganini (Centro/SG) ha denunciato le disposizioni d'applicazione che impongono di tenere conto della sostenibilità sociale: «sono una foglia di fico». Chi crede in una simile promessa non può che essere definito «un ingenuo». «Una simile via - ha proseguito il sangallese - non potrebbe essere percorsa senza distruggere il benessere e provocherebbe anche massicci disordini sociali».

Mike Egger (UDC/SG) non ha esitato a definire la proposta dei giovani ecologisti «iniziativa irresponsabilità». Se approvata, la Svizzera dovrebbe abbassare il livello della sua prosperità a quello dell'Eritrea, dell'Afghanistan o del Ruanda, ha sostenuto.

Oltre a questo, il sangallese ha citrato altri motivi per i quali occorre bocciare l'iniziativa: l'onere economico che comporterebbe, in particolare per le PMI; la perdita di posti di lavoro dovuti alla delocalizzazione in Paesi più permissivi; l'onere burocratico, che genererebbe inflazione; la perdita di innovazione causata dall'eccessiva regolamentazione; la perdita di competitività a livello internazionale; il fatto che lo Stato dovrebbe creare buone condizioni quadro e non imporre sempre più ostacoli normativi; e i problemi di attuazione, come il rispetto degli accordi dell'Organizzazione mondiale del commercio.

In diversi hanno poi ricordato gli sforzi che la Confederazione già fa in materia ambientale. Bulliard-Marbach ha citato la legge sul CO2, il cosiddetto "Mantelerlass" (la legge sull'energia in votazione domenica prossima), nonché le misure nel campo dell'economia circolare e della biodiversità.

Già oggi la politica ambientale, quella agricola, quella climatica, quella energetica, quella dei trasporti nonché la pianificazione territoriale «vengono regolarmente adattate per incorporare soluzioni che rispettino il principio della sostenibilità e quindi, per estensione, il concetto di limite planetario», ha aggiunto Simone de Montmollin (PLR/GE).

Insomma, per la ginevrina la Svizzera ha già adottato strategie e obiettivi vincolanti in materia ambientale. L'iniziativa minerebbe invece la nostra capacità di finanziare questi provvedimenti imponendo misure che metterebbero a repentaglio la nostra economia.

La proposta è «un'utopia irrealizzabile» ha aggiunto Alex Farinelli (PLR/TI). Se l'iniziativa venisse accolta, la fattura dovrà essere pagata dalla parte più debole della società, che domani si troverebbe a dover pagare un conto ben più salato per ogni bene o servizio prodotto nel nostro Paese, ha detto il ticinese.

Martin Bäumle (PVL/ZH) si è espresso sul controprogetto, definendolo «inutile e sbagliato». Le sue richieste sono già ora contemplate nell'articolo 73 della Costituzione. Si vuole insomma aggiungere nella Carta fondamentale una disposizione che sostanzialmente c'è già, ha sottolineato lo zurighese.

E al voto non c'è stata storia: la raccomandazione di voto negativa è stata adottata con 129 voti a 60 (due astenuti), il controprogetto bocciato con 125 voti a 63 (una astensione). L'oggetto passa ora all'esame del Consiglio degli Stati.

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COMMENTI
 

Matteo81 6 mesi fa su tio
Isteria ecologista che continua a proporre limiti alla libertà, vuole accelerare ogni tipo di progetto green, come lo chiamano loro, ma senza pensare alle conseguenze che si avranno negli anni a venire dove decine di migliaia di pannelli solari e batterie saranno da dismettere e nessuno li vorrà, ciò vuol dire che finiranno nei paesi del terzo mondo come già avviene oggi. Non c'è un piano vero e proprio di sviluppo delle energie ma si vuole tutto e subito colti dalla paura di quattro ragazzi in piazza. Paradossalmente si sta facendo come con il nucleare dove le scorie non hanno ancora trovato un deposito definitivo, allo stesso modo batterie e pannelli dove andranno a finire nessuno lo sa. Si pretende ora che tutti mettano pannelli solari nelle case o di fare nuovi parchi solari ed eolico ovunque quando fino a pochi anni fa gli stessi partiti erano i primi in piazza ad opporsi allo sviluppo. Partiti progressisti amano definirsi ma che per migliorare la vita delle persone a me pare facciamo poco poco nel concreto. Una singola centrale nucleare sostituirebbe tutti i parchi eolici e solari delle Svizzera e molto limitata nello spazio, non la si fa sicuramente in cima alla montagna con tutti i costi e disagi che ne conseguono. Occupa poco spazio produce tanto ad un prezzo finale limitato e un ridottissimo consumo di scorie hai prodotto energia per tutta la Svizzera senza piastrellare di pannelli solari le montagne e le case. Fare delle leggi cambiare la costituzione si certoma alla fine in sostanza il nodo è che il cittadino è brutto e cattivo inquina e va fatto pagare sia moralmente che nel borsello. Un estratto di un articolo su Internazionale di Alice Rorhwacher: Immagino che quando tra pochi anni saremo invasi da pannelli da dismettere, pale da smontare e batterie non più efficienti, la parola ecologia, smunta e pallida, piangerà su questa virtuosa spazzatura.

TheQueen 6 mesi fa su tio
Risposta a Matteo81
Non diciamo eresie: hai mai visto un documentario di cosa ricevono in Africa? Tutte le attuali auto usate o distrutte vanno lì, inquinamento a go-go e nessuno se ne frega. Certo, finché lo “sporco” lo portano lontano, noi siamo contenti. Incentivare le energie rinnovabili, come quella solare e l’elettrico, è l’unica soluzione per prevenire alle generazioni future una situazione come quella africana. Poi comunque è inutile che abbaiate qui: le decisioni le prendono i governi e sono diametralmente opposte al pensiero dei combustibili fossili

Mr.Angus 6 mesi fa su tio
Risposta a Matteo81
Non trovo corretto paragonare le scori radioattive agli scarti del solare. Le scorie te le tieni per milioni di anni. Pannelli e batterie possono essere smaltite in centri specializzati. È proprio questi ultimi saranno parte integrante dell’economia green con possibilità d’impiego per tanti.

Emib5 6 mesi fa su tio
Risposta a Matteo81
Avrei una semplice domanda: la vorrebbe una centrale nucleare accanto a casa sua o il deposito delle scorie altamente radioattive sotto casa sua?

Matteo81 6 mesi fa su tio
Risposta a Emib5
Senza problemi certamente va da se essendo favorevole non avrei problemi ad abitarci a fianco.

Matteo81 6 mesi fa su tio
Risposta a Mr.Angus
Per il parco del tanaro si parla di 18000 pannelli solari per coprire il fabbisogno di 4000 abitazioni. Il parco alpino del Grengiols si parla di 230000 pannelli per 40000 abitazioni. Per coprire il fabbisogno della Svizzera quanti ce ne vogliono? Lo smaltimento di migliaia, milioni di pannelli solari non è possibile. Non si può negare che gli scarti da gestire saranno enormi con enormi consumi per il riciclo e buttarsi senza un piano chiaro di come gestirli non aiuta sicuramente l ambiente ma solo le coscienze. Le scorie anche quelle si possono riutilizzare nei reattori di nuova generazione e si durano anche milioni di anni ma occupano molto meno spazio. Ci vuole un mix energetico ma la miope visione dei partiti di sinistra non dirà mai che il nucleare è da integrare per pura ideoalogia politica.

Matteo81 6 mesi fa su tio
Risposta a Mr.Angus
In Svizzera sono calcolate 4 milioni di economie domestiche, per ogni una facciamo 5 pannelli solari parliamo di 20 milioni di panne solari solo per la Svizzera e senza contare le industrie e i mezzi di trasporto. In più tieni conto che siamo assetati di energia elettrica. No, solo con i pannelli solari non andremo lontano. Ma questa è la mia opinione al momento vedremo in futuro.

Mr.Angus 6 mesi fa su tio
Risposta a Matteo81
Signor Matteo, la trasmutazione in sostanze più sicure a partire dall’uranio (760 milioni di anni per smaltirlo sotto le nostre montagne) è ancora un processo in fase di studio da applicare agli impianti di quarta generazione. Vogliamo parlare della sicurezza in caso di incidenti e attacchi bellici? Chernobyl? Fukushima? Per un pelo Zaporizhzhia in Ucraina? Le dicono qualcosa? Allora piuttosto attenderei progressi nella fusione nucleare molto più efficiente. Per i pannelli solari non capisco le sue considerazioni: i materiali sono tutti recuperabili e reinseribili un’economia circolare. Pensi che nel tempo si sono integrati nel materiale da costruzione degli edifici permettendo di sostituire gli elementi tradizionali con un valore aggiunto. Solare, eolico, biomassa, energia marina, geotermia e energia idroelettrica sono sistemi rinnovabili e da privilegiare rispetto a quelle tradizionali. Il resto sono chiacchiere.

Matteo81 6 mesi fa su tio
Risposta a Mr.Angus
L energia nucleare è tra le più sicure in assoluto. Se vogliamo parlare di pericoli inizierei a guardare nelle valli dove ci sono le dighe seguendo il tuo ragionamento. Vuoi che citi i vari incidenti con migliaia di morti causati da inondazioni per il crollo di dighe? No perché non era questo di quello che stavo parlando. Il nucleare è e lo sarà fondamentale nei prossimi anni anche in Svizzera, si andasse a votare oggi senza la fobia dell' incidente di fukushima il risultato sarebbe ben diverso.

vulpus 6 mesi fa su tio
Risposta a Matteo81
Vien da sorridere pensando alle preoccupazioni per lo smaltimento di ciò che non sarà smaltibile o recuperabile in misura minima. Evidentemente dietro a questa storia c'è già chi si sta fregando le mani, pensando agli affaroni sussidiati che si potranno fare in nome dello smaltimento "ecologico" di questi materiali irriciclabili se non acosti enormi. Ma oggi la politica è questa. Introduciamo qualcosa , magari creando degli obblighi, per popi costruirci attorno una economia conseguente. Tanto per citarne una, le facase che oggi devono essere costruite con un certo grado di isolazione: tonnellate e tonnellate di materiale plastico viengono applicate ai muri per raggiungere i famosi coefficenti. Ma quando poi verranno demolite dove andranno questi materiali??

F/A-19 6 mesi fa su tio
Risposta a vulpus
Per non parlare dello smaltimento amianto, una vera pagliacciata che fa crescere a dismisura i costi dei risanamenti e delle demolizioni, poi ci lamentiamo che gli affitti crescono, ringraziamo la politica e le loro invenzioni ed anche chi ci lucra sopra.

Voilà 6 mesi fa su tio
Risposta a F/A-19
Quello dell'amianto è un business da mafiosi, lo trovano anche dove non c'è e chi fa le analisi è spesso colluso con chi si occupa dello smaltimento.

Matteo81 6 mesi fa su tio
Risposta a TheQueen
E cosa ho detto io? Siamo ben abituati a mandare i nostri scarti nel terzo mondo con il bene placido di tutti i partiti e tutte i governi potremmo dire d'Europa. E così sarà con le batterie i pannelli solari e i motori delle pale eoliche alla faccia del green. Verdi in casa nostra ma di quello che poi succede dopo non importa a nessun altrimenti non si farebbe questa battaglia a suon di miliardi senza un idea chiara di come poi far funzionare tutte queste proposte e quello che ne segue. Dio vede e provvede vien da dire. Il mio compito è andare a votare quello che io credo sia giusto al resto ci penseranno altri ben più competenti di me (almeno si spera).

vulpus 6 mesi fa su tio
Evidentemente c'è un abuso delle nostre risorse. Ma proposte radicali come quelle presentate non faranno mai breccia. Morisoli quì non centra. Si continua a blatterare, a scandalizzarsi , ad essere catastrofici, ma poi tutti, scrivo tutti, agiamo individualmente senza tenere conto e rispetto per l'ambiente. Forse dovremo veramente arrivare alla catastrofe per reagire. Ancora ieri parlavano dei milioni e milioni di passeggeri che con l'aereo questa estate andranno in vacanza. Se interrogassimo queste persone individualmente saranno tutti per la protezione del clima. Se si chiedesse loro se rinunciani ai voli aerei per le vacanze per aiutare il clima risponderanno di no, e allora? Quelli che si incollano sulle strade e poi pubblicano i filimini in rete, si rendono conto di quale inquinamento provocano solo con questa azione del pubblicare il fatto? E così via, esempi a iosa. Da qualche parte bisognerà pur cominciare. E se l'ente pubblico desse l'esempio ed eliminasse lo spreco, non sarebbe già un buon inizio?

Bad 6 mesi fa su tio
Risposta a vulpus
Sarebbe un buon punto di partenza smettere di guardare cosa fanno gli altri (e giudicare generalizzando) ed iniziare a fare la propria parte, dove si può e si riesce. Il resto è solo chiacchiereccio inutile!

Zeno 6 mesi fa su tio
Commenti da verdi anguria !!!!

Mr.Angus 6 mesi fa su tio
Risposta a Zeno
Molto costruttivo il suo invece.

Mr.Angus 6 mesi fa su tio
Risposta a Mr.Angus
Invece di sparare sull’ortofrutticola, sarei interessato al suo acume…

Mario Bianchi 6 mesi fa su tio
Ennesima dimostrazione che viviamo in un sistema socio-economico-politico che non è in grado di cambiare e che è destinato a un triste declino forzato, prima o poi. Chi investe soldi ovviamente è interessato solo ed esclusivamente a massimizzare i profitti. Questo è il capitalismo ortodosso, difeso a spada tratta da persone come Morisoli. Del Pianeta chi è ricco se ne sbatte. Investire in fondi ESG viene considerato fuffa, ergo, credere che le cose cambieranno con le buone, è mera utopia. Eppure di persone che stanno lanciando campanelli d'allarme ce ne sono a bizzeffe, da un po' ovunque, e questo da decenni: Serge Latouche, Tim Jackson, Jason Hickel, Matthias Schmelzer, Kohei Saito, Kate Raworth, Mauro Bonaiuti, Maurizio Pallante, Dennis Meadows, Vaclav Smil, ecc. La lista potrebbe continuare a lungo. Chissà come verremo ricordati tra 50-100 anni. Probabilmente come quelli incapaci di concepire un'economia della post-crescita e che quindi hanno causato danni enormi. Vabbè, importante è mantenere il proprio standard di vita intatto, del resto, chissene.

Mr.Angus 6 mesi fa su tio
Risposta a Mario Bianchi
Esattamente. Un’irresponsabilità che pagheremo a caro prezzo. L’economia non deve più sovrastare ambiente e socialità. Cari amici eruditevi. Leggete libri come quello di Kate Raworth, L’economia della Ciambella. 🍩

Mr.Angus 6 mesi fa su tio
Risposta a Mario Bianchi
Non ci vuole un diploma in ingegneria ambientale per capire che presto saremo spacciati. La conoscete la storia della rana nel pentolone con l’acqua calda?

Mr.Angus 6 mesi fa su tio
Risposta a Mario Bianchi
Troppe persone che ci rappresentano in governo sono solo dei lobbisti a cui non interessa le sorti del nostro pianeta.🪐
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