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SVIZZERA«È ora di vietare le raccolte firme a pagamento»

03.09.24 - 10:33
Greta Gysin (Verdi) chiede l'intervento del Parlamento sulla presunta frode elettorale portata alla luce dai quotidiani Tamedia
Archivio Ti Press
«È ora di vietare le raccolte firme a pagamento»
Greta Gysin (Verdi) chiede l'intervento del Parlamento sulla presunta frode elettorale portata alla luce dai quotidiani Tamedia

ZURIGO - «La falsificazione delle firme mette a rischio le nostre istituzioni e la democrazia diretta». Ha reagito con queste parole la consigliera nazionale Greta Gysin (Verdi) alla notizia trapelata dai giornali del gruppo Tamedia, riguardo alla presunta frode elettorale. «Il Parlamento deve agire rapidamente - ha commentato con un post su X -. Il pagamento delle firme dovrebbe essere vietato». Ha poi informato di voler rinoltrare una proposta alla Commissione delle Istituzioni politiche per questa settimana. Negli ultimi anni, infatti, il Parlamento aveva già discusso, e più volte, riguardo al divieto di raccolta firme a fini commerciali, respingendolo sempre. Le richieste arrivavano principalmente dai partiti di sinistra, mentre la maggioranza dei deputati di centro-destra ha sempre votato contro.

Interpellata da 20 Minuten, Gysin ha spiegato che il problema delle firme false era noto da tempo. Ora sta venendo tutto a galla: «Noi parlamentari ne siamo venuti a conoscenza solo grazie all'inchiesta di Tamedia. La Cancelleria federale non ci ha informato dell'indagine in corso» ha dichiarato.

Le possibilità di un divieto sono aumentate - Anche lo scorso anno, la richiesta di vietare la raccolta di firme a pagamento era stata respinta dal centro-destra, con la motivazione che le firme falsificate erano solo casi isolati, non sufficienti a rovesciare un sistema funzionante. Tuttavia, alla luce delle nuove rivelazioni, Gysin è convinta che molti, tra coloro che si erano opposti al divieto, potrebbero cambiare idea in merito.

Tra i problemi principali, riguardo a questi sistemi, c'è la pressione esercitata per raccogliere il maggior numero di firme possibile. «Per questo motivo non si rinuncia a usare argomenti semplicistici o addirittura falsi. Inoltre, stanno diventando sempre più aggressivi, imponendosi sulle persone anche con informazioni false», continua la consigliera nazionale dei Verdi.

Verso una piattaforma di democrazia digitale? - Ma come si può garantire che in futuro non si verifichino più falsificazioni? Gysin immagina una piattaforma di democrazia digitale su cui i cittadini dovrebbero registrarsi. Tuttavia, la strada è ancora lunga: «Il primo passo da fare ora è vietare le raccolta firme a pagamento e proteggere le nostre istituzioni», conclude Gysin.

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