Tagli in vista per il casinò di Campione d'Italia. Il sindaco Salmoiraghi in un incontro con la popolazione ha annunciato esuberi, licenziamenti e riduzioni di stipendio, per evitare la chiusura
CAMPIONE D'ITALIA - C'erano proprio tutti, all'incontro "d'emergenza" tenutosi oggi al nono piano del casinò di Campione. Centinaia tra dipendenti, pensionati, cittadini che hanno lasciato il lavoro e le loro case, per andare a sentire la cattiva notizia.
«Ufficialmente poveri» - La celebre casa da gioco rischia la chiusura. Attorno a quest'evidenza - emersa stamani - si è raccolta l'intera comunità dell'enclave: «Per quarant'anni la casa da gioco ci ha reso ricchi. Ora siamo ufficialmente poveri, e dobbiamo prenderne atto». Le parole sono del sindaco Roberto Salmoiraghi, che davanti alla cittadinanza ha squadernato i conti - tragici - dell'azienda municipale.
Sommersi dai debiti - L'incontro pubblico è stato convocato d'urgenza dal Municipio, ricordiamo, a seguito della notizia dell'istanza di fallimento richiesta per il casinò dalla Procura di Como. I debiti con le banche - ha confermato il sindaco - hanno superato la soglia di guardia: 39 milioni nel 2016. Più 33 milioni di mancati contributi al Comune (proprietario al 100% della casa da gioco). Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: da settembre i dipendenti comunali non ricevono lo stipendio.
Corsa contro il tempo - «I tempi dell'abbondanza sono finiti» ha tagliato corto Salmoiraghi. «Abbiamo passato 40 anni di benessere assoluto grazie al casinò, adesso siamo diventati poveri e non c'è niente di male: dobbiamo lavorare per sopravvivere, facendo sacrifici». I tempi stringono. Il Comune ha due mesi per scongiurare il fallimento della casa da gioco. Un'eventualità «che è quanto mai concreta e avrebbe conseguenze terribili per il territorio» ha dichiarato il sindaco.
Posti a rischio - Sono 500 i dipendenti del casinò che rischiano il posto di lavoro, in buona parte residenti in Ticino. A questi si aggiungono oltre 100 dipendenti comunali. «Troppi per un comune delle nostre dimensioni» ha sottolineato Salmoiraghi. «Su questo punto voglio essere chiaro: tutti i dipendenti comunali dovranno farsi carico della situazione, con un taglio orizzontale del 20 per cento degli stipendi. Questo a partire dal primo di febbraio».
Tagli in vista - Il sindaco ha minacciato le dimissioni qualora il piano di tagli - a cui il Municipio sta già lavorando - non dovesse andare in porto. E ha promesso dei licenziamenti. L'eventualità non è esclusa neppure per i dipendenti del casinò. Persino i pensionati dell'enclave italiana saranno toccati dalla "cura dimagrante". «Stiamo definendo dei parametri di reddito che delimiteranno una soglia di povertà, in base ai costi della vita in Ticino» ha continuato Salmoiraghi. «I sussidi comunali che al momento vengono versati ai pensionati saranno limitati solamente a chi versa in effettive condizioni di povertà».
L'ultima chance - Insomma una dieta di «lacrime e sangue» come ha ripetuto più volte il sindaco. Pe scongiurare un fallimento che «sarebbe un caso unico al mondo e una catastrofe per il nostro comune. Il casinò è la nostra unica fonte di reddito, l'unica attività economica nella nostra enclave. Dobbiamo salvarlo a tutti i costi».