Il Consiglio del pubblico critica la debordante cornice noir della “Casa della scienza” e punzecchia la protagonista: «Veicola un rapporto ambiguo tra scienza e stregoneria»
COMANO - «Finalmente un programma scientifico per ragazzi anche se ridotto all’osso». E sono appunto le ossa, o meglio gli scheletri e l’atmosfera noir che avvolge la miniserie tv prodotta dalla Rsi, ad aver spinto il Consiglio del pubblico della Corsi a critiche alquanto pepate. Per alcuni, anche esagerate. La “Casa della scienza”, trasmessa da La1, è uscita promossa, ma con qualche vistoso ematoma dall’analisi che il parlamentino dei radiotelespettatori dedica alle trasmissioni di Comano.
Gli strali più acuminati sono stati rivolti alla protagonista, Margot, interpretata dalla brava Margherita Schoch. La donna, tra parentesi vestita come le nonne ticinesi di qualche decennio fa, è stata giudicata un «personaggio molto scenografico, ma piuttosto inquietante e poco empatico, dall’aspetto trasandato e dai comportamenti un po’ noir. Veicola un rapporto ambiguo fra scienza e stregoneria e tende a soverchiare i contenuti scientifici».
Perché questa caccia alla strega? Sembra quasi che abbiate voluto bruciare Margot sulla pira della scienza, chiediamo alla presidente del Consiglio del pubblico: «Ma assolutamente no, anche se il personaggio centrale non ci ha convinti del tutto. Ma la vera criticità - sostiene Raffaella Adobati Bondolfi - sta nel fatto che buona parte dei due minuti e mezzo del programma sono dedicati a questa cornice che in realtà ha poco a che fare con la scienza». E continua: «Ci si può chiedere se la parte dedicata agli esperimenti scientifici, così breve, permetta una comprensione completa. Il nostro suggerimento è di estendere la durata del programma. Siamo veramente molto contenti che la Rsi continui, a differenza di altre unità aziendali della Srg-Ssr, a credere nei programmi educativi per bambini».