Dopo le polemiche attorno alla scultura a forma di croce, la replica del Museo d’arte della Svizzera italiana: «False le illazioni legate al tema dei simboli religiosi»
LUGANO - La polemica attorno alla scultura "Luce Divina" sembra destinata a ridimensionarsi. Anche perché il Museo d’arte della Svizzera italiana, in serata, ha finalmente preso posizione, negando di averne chiesto lo spostamento.
Il MASI afferma piuttosto di aver richiesto al Municipio di Lugano, nel 2018, di «conservare la garanzia di continuità tra la programmazione museale e quanto avviene nella parte alta di Piazza Luini, quindi non di fronte alla Chiesa di Santa Maria degli Angioli». Questo, per «coerenza tra quanto proposto dal Museo e quanto avviene negli spazi adiacenti».
«Il direttore del MASI Tobia Bezzola - prosegue la nota -, in ospedale per un infortunio al momento del posizionamento, non ha mai visto l’opera Luce Divina né chiesto il suo spostamento. Si specifica inoltre che nel comunicato stampa di presentazione del progetto dello scorso 25 febbraio, uno spostamento dell’opera Luce Divina era indicato e pianificato e che il MASI non ha alcuna autorità sulla questione».
Il MASI infine dichiara «false» tutte le «illazioni legate al tema dei simboli religiosi». A tal proposito ricorda che nel 2016 è stata realizzata un’intera mostra tematica dal titolo Sulla Croce dedicata al simbolo della croce alla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati - parte del circuito MASI. «Il Museo - conclude - è e sarà sempre consapevole e rispettoso del profondo legame che esiste tra la storia dell’arte e quella delle religioni».