Il giudice Siro Quadri ha respinto le questioni pregiudiziali avanzate dalla difesa. E quest’ultima ne chiede la ricusa. L’accusa: «Si vuole rinviare alle calende greche un processo che s’ha da fare»
BELLINZONA - È stato fatto quanto indicato dalla Corte di appello e revisione penale. Il processo per il contagio da epatite C verificatosi nel dicembre 2013 all’ospedale Civico di Lugano può dunque andare avanti. Anzi no, perché la difesa prende atto della decisione del giudice Siro Quadri. E ne chiede la ricusa: «Riteniamo che in questa procedura non ha mantenuto la sua imparzialità e ha dato l’impressione di avere già un’opinione precisa sulla colpevolezza dell’EOC» ha detto l’avvocato difensore Mario Molo.
La pubblica accusa, rappresentata dal procuratore Moreno Capella, si oppone però all’istanza: «È intempestiva. Se così non fosse, ogni giudice per un motivo o l’altro dovesse respingere degli incidenti processuali, sarebbe esposto a un’istanza di ricusa» ha affermato. «La sensazione - ha aggiunto - è che non si voglia fare questo processo, allora a catena si cerca di rinviare alle calende greche un processo che s’ha da fare».
Il giudice si pronuncerà a breve.