Qualcuno le ha messe al bando, altri le vendono. Di sicuro la palma ticinese divide. Forse perché poco conosciuta
È nella lista nera delle neofite invasive, ma l'esperto spiega come la sua diffusione nei boschi sia limitata e comunque ha pregi nascosti: aiuta gli uccelli a nidificare e sfama altri più temibili invasori, i cinghiali.
LUGANO - Non fate di tutte le palme un fascio. A inizio gennaio Migros, ne avevamo scritto, aveva deciso di non vendere più quella che i confederati affettuosamente chiamano “Tessiner Palme”. Il Trachycarpus fortunei (questo il suo nome scientifico) o palma del Giappone figura infatti nella lista nera delle piante esotiche invasive stilata dal Centro nazionale sulla flora svizzera Infoflora.
Rivenditori spaesati - Il futuro di uno dei simboli della mediterraneità ticinese è dunque segnato? Poco probabile, visto che il bando di Migros non sembra attecchire presso altri rivenditori. Aldi, ad esempio, continua a vendere e pubblicizzare il prodotto (vedi nel box sotto). E tra la gente, non mancano i fan di questa pianta come spiega Siro Turba, appassionato di Botanica: «È la più amata e la più odiata» dice. Oggi consulente per progetti di parchi-giardini, ma di formazione restauratore d’arte, Turba cura su Facebook la pagina “Palme del Canton Ticino e d’Insubria”.
Puntare sulle palme non invasive - Dietro il plurale della pagina c’è già il senso dell’iniziativa che è quello, spiega, «di puntare di più sulle palme a impatto zero, vale a dire quelle non invasive. Esistono molte varietà davvero speciali, ma tra la gente manca la conoscenza». Da un trentennio studioso della materia, l’esperto cita, un esempio tra i tanti, «la Jubaea chilensis, una palma cilena in via di estinzione, che meriterebbe una tutela».
I cinghiali ne sono golosi - Quanto alla “palma ticinese” Turba è d’accordo su un suo contenimento dove il bosco è completamente autoctono. «Pochi però sanno che i cinghiali sono golosi dei suoi germogli e se togliamo loro queste piante s’accresce il rischio che facciano danni altrove». Ma l’odiata palma ha anche altri impatti positivi: «Le fibre che ricoprono il tronco vengono spessissimo usate dagli uccelli per nidificare».
Pianta a manutenzione zero - Per “spezzare un ramo” a favore della specie, l’esperto ricorda che è un albero a manutenzione zero: «Una volta levati in primavera il giro di foglie vecchie e le infiorescenze, per evitare che i semi si disperdano, non crea più lavoro per tutto l’anno. Inoltre le sue radici non spaccano i tubi, né rompono l’asfalto». L’ulteriore suggerimento è di «limitare le piante femmina, visto che il maschio è innocuo poiché non porta frutti. Ma impollina solo».
È una palma di montagna - Infine l’invasività della palma andrebbe ridimensionata: «Crescono su terreni umidi e negli avvallamenti. Non è il Poligono o l’Alianto, altre neofite ben più dannose. Pochi sanno che il Trachycarpus, di cui esistono quindici varietà, è molto più indigena di quanto si pensi. È una palma di montagna, durante le estati con molta siccità rischia di morire».
Aldi: «Le vendiamo ma informando il cliente»
Migros le ha bandite, Aldi continua invece a vendere la specie invasiva: «La palma del Giappone - risponde il servizio comunicazione del grande distributore - è molto popolare tra i nostri clienti motivo per cui occasionalmente la proponiamo come offerta speciale in quantità limitate». Proprio perché si tratta di una specie inserita nella lista nera delle neofite, il rivenditore precisa che la palma va «utilizzata esclusivamente su proprietà privata e richiede la cura come indicato nelle raccomandazioni consegnate al cliente al momento della vendita della pianta». Il tutto nel rispetto delle “Disposizioni e direttive legali per i neofite invadenti in Svizzera”.