Daniele Casalini, proprietario di una ditta di impianti sanitari ed ex politico, suona la carica: «Abbassiamo i prezzi»
Più cauta Cristina Resmi, segretaria dell’UAE: «Dopo l’emergenza Covid-19 è comunque importante che i ticinesi capiscano di dovere sostenere l’economia locale».
«Il Covid-19 ha bloccato tutto. Anche i padroncini oltre frontiera. È ora di ripensare le nostre strategie». Daniele Casalini, da una trentina d’anni proprietario di una ditta di impianti sanitari a Pregassona (Lugano) ed ex politico, suona la carica. Il suo appello è rivolto a tutti gli artigiani ticinesi. Al momento tutto è fermo a causa delle direttive sulla prevenzione contro il nuovo coronavirus. «Possiamo intervenire solo per le emergenze».
Una mazzata ai rivali – E quale sarebbe l’idea di Casalini? Un cambio netto di orientamento. Per dare la classica mazzata alla concorrenza dei padroncini italiani. «È vero che lo Stato ci aiuta. Ma questi aiuti li dovremo restituire. Io invito tutti i miei colleghi artigiani, già solo quando intervengono per le emergenze, ad applicare degli sconti simbolici. A scendere con le tariffe orarie, in modo da entrare in sintonia col cliente ticinese. E fargli capire che noi abbiamo bisogno del suo sostegno. Aggiungerei che questa è l'occasione per tornare su una vecchia riflessione. Il Cantone dovrebbe richiedere alla Confederazione il riconoscimento di uno statuto speciale affinché i costi fissi dell'imprenditoria ticinese, attualmente spropositati, diminuissero. Così potremmo abbassare un po’ i nostri prezzi».
Opera di convincimento – Cristina Resmi, segretaria dell’Unione Associazioni Edilizia (UAE) appoggia solo in parte l’appello di Casalini. «Al momento il grosso problema è che gli artigiani possono lavorare poco o niente. Io non sono favorevole agli sconti. Perché alcune piccole imprese hanno pochi margini di manovra da questo punto di vista. Sono invece d’accordo con Casalini sulla necessità, ora più che mai, di dovere fare un’opera di convincimento presso la potenziale clientela ticinese».
Un promemoria per ogni ticinese – Già. Perché il post pandemia rischia di essere davvero traumatico per molte piccole e medie imprese di artigianato. «Lo Stato sta versando le indennità – puntualizza Resmi –. Ma i costi fissi restano. Dopo la pandemia, avremo bisogno di tanto lavoro. Ogni singola commessa potrà valere la sopravvivenza di un’azienda. Il ticinese dovrà ricordarsi bene questa cosa, prima di rivolgersi a un padroncino».
Un'economia che deve tornare a girare – Alcune aziende sono già a rischio chiusura adesso. La situazione in determinati casi è drammatica. E Resmi non usa mezzi termini. «Rivolgersi a un artigiano ticinese significa fare girare la nostra economia. Creare posti di lavoro e di apprendistato. In queste settimane siamo tutti sopravvissuti senza andare a fare la spesa in Italia. Ecco, possiamo continuare a farlo. Applicando lo stesso principio al settore degli artigiani e dell’edilizia. La qualità non ci manca assolutamente».