La strategia dell'autorità per scoraggiare l'arrivo sotto Pasqua di turisti confederati si baserà sull'informazione
I sindaci del Malcantone avevano chiesto la chiusura ai confederati degli accessi dal San Gottardo e dal San Bernardino
BELLINZONA - Comprensione per i timori, ma la strategia scelta dalle autorità cantonali non sarà quella "muscolare" auspicata dai sindaci del Malcantone. La richiesta di impedire l'esodo pasquale chiudendo gli accessi di San Gottardo e San Bernardino ai confederati in Ticino viene così commentata dalla Cellula di comunicazione dello Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC): «Comprendiamo le preoccupazioni dei sindaci e ribadiamo che i turisti in Ticino sono benvenuti ma non in questo momento». È attraverso l'informazione, prosegue la nota, «che si intende impedire lo spostamento di persone verso il Ticino a fini turistici. Questo sia in relazione agli svizzeri, sia in relazione agli stranieri, visto che non potrebbero neppure varcare il confine italiano e verrebbero respinti».
Lo SMMC ricorda come sia stato più volte sottolineato che «raggiungere ora il nostro cantone avrebbe come risultato una maggiore diffusione del virus e un aumento della massa critica in un momento in cui le nostre strutture sanitarie sono estremamente sotto pressione». Questo vale per il Ticino, come per gli altri Cantoni. Quando alla strategia pianificata per l'avvicinarsi della Pasqua la Cellula di comunicazione spiega che «sono quindi previste, con modalità, collaborazioni e tempistiche che sono ancora oggetto di definizione, attività di sensibilizzazione e informazione da parte dello SMCC e in particolare tramite la Polizia in concomitanza di quello che viene comunemente chiamato “esodo pasquale”, che quest’anno si spera fortemente non avvenga». Confidiamo, conclude la Cellula di comunicazione, «che i nostri appelli siano recepiti anche oltre Gottardo dove il virus non ha ancora colpito duramente come al sud delle Alpi».