Ecco la fotogallery pubblicata dal blog "La Voce del Gambarogno". Perché il messaggio non passa?
Matteo Cocchi, capo dello Stato Maggiore Cantonale di condotta, ribadisce: «Non c'è nulla da fare qui da noi al momento. Non ha senso che la gente scenda a sud delle Alpi».
Case secondarie "prese d'assalto" nel Gambarogno. A poco sembrano essere valsi gli appelli delle autorità ticinesi (e non solo) in merito alla delicata situazione legata al nuovo coronavirus nel nostro cantone. Come dimostrano le foto raccolte da un noto blog della regione, "La Voce del Gambarogno", la situazione è ancora piuttosto fuori controllo.
L'appello sul Blick – E pensare che Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, era addirittura intervenuto sul Blick, una specie di "istituzione" mediatica oltre San Gottardo, per spiegare ai confederati che questo non è assolutamente il momento di recarsi in Ticino. Un appello, evidentemente, non recepito da tutti.
Controlli nei Grigioni e nel canton Uri – Segnali preoccupanti anche da altre valli della Svizzera italiana. Come, ad esempio, la Vallemaggia o la Verzasca. Come è possibile che i proprietari di case secondarie possano agire liberamente, nonostante gli ammonimenti, dall'alto? «Il problema è conosciuto – ha evidenziato Matteo Cocchi, capo dello Stato Maggiore Cantonale di condotta, direttamente da Palazzo delle Orsoline, a Bellinzona –. Lo ripeto: non vale la pena scendere in Ticino ora. Non c'è niente da fare qui. È tutto chiuso. Ci saranno dei controlli di polizia nei Grigioni e nel canton Uri. Esorteremo chiunque abbia intenzione di trascorrere le ferie in Ticino a tornare indietro. Questo invito vale solo per questa situazione particolare. Passata la pandemia, il Ticino sarà sempre pronto ad accogliere qualsiasi turista».
Un aiuto da nord del Gottardo – Cocchi aggiunge: «Da giorni si sta bombardando tutta la popolazione della Svizzera tedesca e della Romandia su questo tema. Chi si è recato in Ticino perché ha una casa secondaria deve rispettare le regole vigenti attualmente in Ticino. Per prima cosa deve annunciarsi ai Comuni». E poi stare a casa, appunto. «Forse in alcune zone ci sono più persone di quelle che ci aspettavamo. Sono convinto, però, che a nord del Gottardo ci aiuteranno ancora di più a fare passare i nostri messaggi. E a disincentivare la gente: non si deve venire qui. Faremo dei controlli nelle valli ancora nei prossimi giorni».
Gli Airbnb devono stare chiusi – Sempre in merito al turismo, ci sono segnalazioni legate anche agli Airbnb. Appartamenti e affini, messi a disposizione dei turisti da parte di privati. Emblematico il caso dell'appartamento di un milanese in Valle di Blenio. L'uomo avrebbe continuato a lungo ad affittare il suo rustico ai turisti senza farsi alcun problema. Solo dopo la segnalazione di un cittadino alle autorità, avrebbe smesso. «Gli Airbnb – replica con chiarezza il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta – non rientrano nelle attività che possono essere aperte attualmente. Anche queste strutture devono dunque restare chiuse».