Il nuovo Consiglio di Fondazione segue il vecchio e respinge la richiesta di reintegro del direttore
La vicenda sembra così imboccare la strada del tribunale
GAMBAROGNO - Alla Casa anziani Cinque Fonti di San Nazzaro l’emergenza coronavirus non è servita a rappacificare gli animi. Anzi. Nel frattempo il muro contro muro tra il nuovo Consiglio di fondazione (CdF) e il direttore licenziato a dicembre si è alzato. Le parti sono ancora più distanti dopo la lettera odierna con cui il rinnovato CdF ha respinto la domanda di reintegro formulata dal direttore mandato via dopo soli 3 mesi.
Il Consiglio non muta rotta - In pratica si tratta di una decisione che conferma quella presa dal precedente Consiglio su pressione di uno dei membri nel frattempo uscito di scena. Il dottor Pelloni entrato in rotta di collisione con il direttore dopo che quest’ultimo aveva sollevato il tema dei conflitti d’interesse all’interno della struttura. Uno su tutti la figlia di Pelloni che ricopriva il ruolo di direttrice sanitaria prima di rassegnare lo scorso mese le dimissioni.
Il richiamo del Cantone - La lettera odierna sembra spingere, inevitabilmente, la vertenza davanti a un giudice. Una prospettiva che non era quella auspicata dall’Ufficio cantonale anziani - l’ente finanziatore, visto che il Cantone sussidia la casa anziani con 2,5 milioni di franchi all’anno -, Ufficio che, con due missive, l’ultima due settimane fa, ha sollecitato il CdF a ripristinare la legalità, come da legge cantonale, indicando un direttore amministrativo.
Tutto sembra ancora in alto mare, molto lontano da quella concretizzazione a breve della riorganizzazione della casa anziani annunciata a gennaio dal rappresentante legale della struttura, l’avvocato Gabriele Gilardi.
Molti vuoti da colmare - Purtroppo ancora oggi il mosaico della Cinque Fonti continua a mancare di molte tessere, oltre al tassello principale, per cui si fa concreta la prospettiva che sarà la pretura a chiarire i motivi che hanno portato all’allontanamento del direttore, «assolutamente immotivato» secondo quest’ultimo, ma anche non condiviso da un altro membro del CdF, che ha dimissionato in polemica. Manca da mesi la governante (ossia la capo del settore alberghiero) e non è stato finalizzato il primo concorso per trovare una sostituta. A metà aprile scadrà il secondo. Mancherà a fine mese la direttrice sanitaria e per la figura del contabile sarebbe stata trovata una soluzione ad interim.
Insomma il tempo passa è la matassa invece di sciogliersi sembra aggrovigliarsi. Di sicuro, visto il periodo, non sembra il miglior momento per farsi la guerra. Con il denaro pubblico.