Se la Confederazione acconsentisse, il nostro Cantone non dovrebbe allinearsi alle direttive nazionali fino al 4 maggio
BELLINZONA - Il Governo ticinese ha inviato una lettera alla Confederazione per richiedere di poter prolungare di altri sette giorni la cosiddetta finestra di crisi legata alle misure messe in atto per contrastare l'espansione della pandemia, lo ha comunicato la RSI.
Se Berna decidesse di acconsentire alle richieste del Consiglio di Stato, l'estensione della finestra di crisi permetterebbe al Ticino di non allinearsi alle regole in vigore per tutti gli altri Cantoni fino al 4 maggio. Data che sarebbe definitiva, visto che nella lettera è esplicito il fatto che questa è l'ultima richiesta di proroga.
La lettera non fa l'unanimità - La lettera questa volta non ha però convinto tutti i partner sociali. Il sindacato Unia non ha infatti voluto sottoscrivere l'accordo, dichiarando di non trovarsi concorde alle modifiche messe in atto in seguito alle richieste dell'economia cantonale.
Infatti, nella richiesta ticinese sono inclusi degli allentamenti. In primis, è presente la richiesta di permettere a un massimo di 15 operai (invece dei 10 attuali) di poter lavorare contemporaneamente nei cantieri. Inoltre, viene richiesto di aumentare il limite d'impiego per l'industria dal 50% al 60%.
La situazione di disaccordo potrebbe pesare sulla decisione di Berna, visto che l'articolo 7e dell'Ordinanza sui provvedimenti contro il Covid-19 richiede un accordo sostenuto da tutte le parti coinvolte, compreso patronato e sindacati.
Domani mattina Berna dovrebbe comunicare la propria decisione in merito, e capiremo così lo scenario che ci aspetta nei prossimi giorni. Come detto infatti dal Presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta lunedì in conferenza stampa, il Cantone comunicherà domani sera le decisioni riguardanti il regime che varrà a partire da settimana prossima.