Al Consiglio di Stato l’Interprofessione della vite e del vino ticinese domanda un sostegno di 1’466’000 franchi
MORBIO INFERIORE - Diciassette pagine. L’Interprofessione della vite e del vino ticinese, che raggruppa tutta la filiera vitivinicola, ha redatto un documento in accordo con tutti gli attori del settore, un rapporto sul rilancio del settore post Covid-19.
I progetti sottoposti al Consiglio di Stato per un sostegno alla filiera vitivinicola cantonale riguardano cinque interventi.
Il primo è per il sostegno di un reddito ai viticoltori. La Confederazione mette a disposizione 700’000 franchi allo scopo di declassare i vini doc a vino da tavola o industriale. Ma i ticinesi considerano l’operazione «poco redditizia» e preferiscono piuttosto «produrre vino spumante di primissimo prezzo da destinare alla ristorazione a un prezzo concorrenziale al Prosecco», ma anche «ridurre i quantitativi di uva» con la «vendemmia verde», ricevere un «aiuto finanziario per l’uva invenduta» e tassi d’interesse agevolati sulle linee di credito da parte di Banca Stato.
Il secondo progetto riguarda la creazione di un vino locale destinato alla gastronomia - il Merlot “Uniti contro il coronavirus” - in concorrenza ai vini di importazione.
C’è poi la richiesta di un credito a sostegno della promozione dei vini ticinesi. «Stimiamo che la pandemia covid-19 causerà al settore vitivinicolo una perdita di 1.5 milioni di bottiglie pari a circa 15–20 milioni di franchi». Al Governo il settore chiede quindi di «prendere a carico la tassa di solidarietà mancante del 2020, calcolata rispetto alla media decennale», di «portare il sostegno agli eventi della Conferenza Agroalimentare dal 50% all’80%» e «un aiuto a sostegno del progetto Casa del Vino Ticino con il pagamento dell’affitto 2020 alla Fondazione Parco Gole della Breggia».
Sempre presso la Casa del Vino il settore vorrebbe inoltre creare un percorso sensoriale. Al Cantone viene pertanto domandato un sostegno nel trovare uno sponsor. Infine, la ricerca: la richiesta di un credito per uno studio approfondito di un giusto equilibrio tra produzione e commercializzazione.
In totale, l’Interprofessione della vite e del vino ticinese domanda un sostegno di 1’466’000 franchi «volto ad affrontare le urgenze createsi dal Coronavirus, ma anche quelle di una pianificazione a medio-lungo termine per la salvaguardia di una viticoltura sostenibile e redditizia».
Dal 1° giugno è aperto il bando di concorso per i declassamenti dei vini DOC a vini da tavola. L’ordinanza ha lo scopo, con un sostegno finanziario straordinario, di declassare i vini a denominazione di origine controllata in vini da tavola in relazione al coronavirus. Un declassamento valido unicamente su vini in cantina dalla vendemmia 2019 e annate più vecchie e declassate ben prima del 1° aprile 2020.