Il progetto di riportare i voli di linea ad Agno avanza contro il vento della politica che spinge verso i privati
Il co-founder di AirTicino Massimo Frassi: «L'aeroporto dovrebbe continuare sotto la regia pubblica e pensare agli indotti che esso genera per la regione. Una compagnia aerea è un ottimo investimento se gestori e management sono figure all'altezza»
LUGANO - Il vento della politica spinge l’aeroporto verso mani private. Loro invece vanno controvento ma, forse perché sono del mestiere, sanno che questa è la condizione migliore per spiccare il volo. Vale anche per le idee? Il progetto di creare una compagnia aerea ticinese per rilanciare l’attività di linea dallo scalo di Agno verrà presto illustrato al pubblico nei dettagli. Ma già oggi Massimo Frassi, co-founder di AirTicino accetta di svelare cosa distingue il loro progetto dagli insuccessi del passato più o meno recente. Loro, perché con lui - tra management e fondatori - ci sono anche Diego Zanoni, Candido Oliveira ed Enzo Mossino.
Quattro moschettieri contro i Richelieu della politica? Perché dare fiducia a voi e non ad altri privati?
«Siamo quattro persone che hanno una conoscenza specifica della materia, ma anche ben indirizzata - esordisce Massimo Frassi -. Il nostro background è una preparazione pluriennale nell’aviazione e nel settore dei trasporti che ci permette di sapere come deve e dovrà essere strutturata una compagnia aerea ed un aeroporto».
D’accordo, ma perché la scelta di affidare lo scalo a dei privati è, secondo voi, sbagliata?
«L’aeroporto di Agno non ha oggi le qualità per essere attrattivo per un privato; è privo di tutti gli esercizi e attività commerciali atti a generare un profitto diretto e non vi è volume di traffico sufficiente per essere sostenibile se i costi non saranno assunti comunque dalla comunità cittadina; lo diventerà tra qualche anno e potremo ridiscutere in seguito la partnership coi privati, non oggi».
Cosa replicate a chi sostiene che il nostro cantone può prescindere da un aeroporto e che il treno sarà il nostro aereo?
«Il nostro cantone si trova in una posizione strategica per il trasporto, è il cuore d’Europa, non può dipendere solo dal treno e avere uno scalo che ha le tutte le caratteristiche per accogliere e connettere direttamente le città internazionali è attrattivo per chiunque abbia necessità di spostarsi, in e out, per turismo o per affari in modo veloce, sicuro e possiamo dire anche economico».
Non serve ricordarvi i flop passati connessi alle compagnie aeree. Perché voi dovreste far meglio?
«Nel corso degli anni, ad Agno, si sono inanellati una serie di errori riassumibili in due punti essenziali. Si è sottovalutato un comparto complesso e strategico dell'aviazione in costante mutamento e condotto la gestione di uno scalo in modo dirigistico quando sono i vettori che decidono le sorti di un aeroporto. Lo scalo dovrebbe avanzare sotto regia pubblica e pensare agli indotti che esso genera per la regione, e ai suoi principali ricavi dati dalle opportunità che la compagnia aerea “regionale” crea con la movimentazione dei passeggeri, e vi assicuro che sono molteplici».
Dietro di voi, quattro esperti, uno immagina ci siano investitori, capitali… Mettere in piedi una compagnia richiede soldi, molti soldi. Avete già persone pronte a darvi fiducia o è un progetto da costruire?
«Nell’ambiente c’è un detto secondo cui se sei miliardario e vuoi diventare milionario il modo migliore è farsi una compagnia aerea. Battute a parte, una compagnia aerea è un ottimo investimento se gestori e management sono figure all’altezza e le connessioni ben strutturate».
Le scottature del passato fanno però ritrarre la mano a chi deve metterci milioni… Perché di milioni si parla?
«Vero che lo scalo ha bisogno di interventi, si deve intervenire su ciò che è realmente prioritario ed evitare spese inutili siccome già fatte in passato, ricordiamo che questo terminal ha movimentato oltre 300 mila passeggeri all’anno e una compagnia aerea non richiede particolari investimenti milionari. Una compagnia aerea ben strutturata è in grado di generare profitto e diventare auto-sostenibile nell’arco di breve tempo. Il nostro concept è strutturato su 5 anni includendo anche gli interventi prioritari sullo scalo. Ma occorre operare in coesione tra i vari attori coinvolti. Alludo in particolare al turismo e al mondo economico».
La sfida maggiore sembra essere quella di creare coesione in Ticino tra i vari protagonisti...
«In questi giorni ci siamo indignati perché Ginevra suggerisce agli svizzero-tedeschi di far vacanza da loro e non nel nostro Cantone. Si continua a polemizzare invece di pensare a come essere più bravi e attrattivi. Immagiamo piuttosto questo 2020 come un anno zero per tornare a rilanciare il made in Switzerland nel mondo».