Ricorso respinto. Thyssen-Bornemisza dovrà pagare le provvigioni all'architetto Gilardoni
La cifra è di 2 milioni e 625 mila franchi che spettano all'architetto per la mediazione nella vendita della prestigiosa villa
LUGANO - LUGANO - Nuova puntata sull’intricata vicenda di Villa Favorita. La baronessa Carmen Tita Thyssen-Bornemisza dovrà pagare le provvigioni (la cifra è di 2 milioni e 625 mila franchi) all’architetto di Maroggia, Angelo Gilardoni, intermediario nella vendita della celebre villa, venduta per 80 milioni di franchi alla famiglia Invernizzi.
Il Tribunale federale di Losanna ha respinto il ricorso presentato dal legale della baronessa, la quale contestava tra l’altro «il non rispetto da parte del mediatore delle condizioni contrattuali» e di non aver rispettato «l'obbligo di comunicare alla mandante l'identità degli interessati all'acquisto». Non solo. Ma contestava pure «la violazione dell'obbligo di fedeltà per avere il mediatore agito anche nell'interesse della parte acquirente, sottacendone appunto l'identità e negoziando un prezzo a lei favorevole».
Come si ricorderà, nel 2012 fu depositato all’Ufficio registri di Lugano il diritto di compera di Villa Favorita per un importo di 102 milioni di franchi. La villa fu ceduta dopo alcuni anni di trattative ad un prezzo più basso: 80 milioni di franchi alla famiglia Invernizzi.
Ebbene, secondo il Tribunale federale il mediatore «pur avendo negoziato su richiesta» della famiglia Invernizzi «un prezzo inferiore rispetto a quello che prevedeva il diritto di compera del quale beneficiava, si era poi prodigato per aumentare le offerte iniziali del cliente di 70 e 80 milioni di franchi, nel corso di una trattativa delicata tesa a non lasciarsi sfuggire uno dei pochissimi clienti interessati in grado di pagare somme del genere».
Dunque per Losanna «queste circostanze non permettono di concludere che il mediatore avesse agito nell'interesse dell'acquirente in violazione degli obblighi assunti verso la mandante, (ovvero la baronessa, ndr.)». Una decisione che di fatto respinge il ricorso della baronessa obbligandola a pagare oltre alle spese giudiziarie anche le provvigioni al mediatore: 2'625'000 franchi, il 3 % del prezzo di vendita.