Occhi puntati sul parapendio, dopo la morte di un 35enne del Locarnese. Ma gli appassionati rassicurano
Il Club Volo Libero: «Incidenti rari, non abbiate paura». E gli operatori registrano un aumento di richieste, dopo mesi di fermo
LOCARNO - La vicenda ha tenuto il Ticino con il fiato sospeso. Si sono concluse con un tragico ritrovamento, venerdì, le ricerche del parapendista decollato il 25 luglio da Cardada. Un evento che ha scosso un intero settore, quello dei voli sportivi, in cui il 35enne del Locarnese era molto conosciuto.
«Parliamo di uno sportivo esperto, che praticava la disciplina da diversi anni» ricorda Biagio Lepori, presidente del Club Volo Libero Ticino. «È una vicenda triste che fa riflettere, ma che non deve generare paura ingiustificata».
Sarà l'inchiesta di polizia a chiarire la dinamica dell'accaduto: ma per gli appassionati dei cieli ticinesi una cosa è già chiara. «Il volo a distanza è una cosa, un'altra il parapendio comune». La differenza, chiarisce Lepori, è che «il volo a distanza raramente è praticato in tandem, e se le condizioni meteo lo permettono può protrarsi per 8-10 ore in zone impervie e disabitate».
Niente a che fare con i voli brevi e "di massa". «È come scalare i quattromila o fare una passeggiata della domenica» esemplifica Lepori. «È chiaro che sulla grande distanza i rischi aumentano, ma aumenta anche l'esperienza e la prudenza dei parapendisti».
Franco Kessel, veterano della disciplina in Ticino, concorda. «In quel tipo di voli è importante pianificare ogni cosa, specialmente i punti di atterraggio in caso di correnti sfavorevoli. Un errore può sempre capitare, ma in genere sono più errori a causare un incidente».
Anche le agenzie che organizzano voli a pagamento hanno seguito da vicino la vicenda. «È una tragedia dolorosa, e la gente reagisce con paura» commenta un operatore che preferisce rimanere anonimo. «Purtroppo esistono dei pregiudizi su questa disciplina. Non siamo degli incoscienti: andare in parapendio è pericoloso come andare a funghi. Gli incidenti capitano, ma è uno sport molto più sicuro di altri».
La tragedia è capitata in un momento poco facile per il settore, in Ticino. Dopo anni di crescita - soprattutto legata al turismo - il lockdown ha inferto «un duro colpo ai voli» spiega un altro operatore. Nei mesi di maggio e giugno la chiusura degli impianti di risalita ha bloccato le attività. A luglio si segnala un aumento della domanda «soprattutto da parte dei turisti svizzero tedeschi e romandi» ma le agenzie specializzate si dicono poco ottimiste sul bilancio della stagione.