Gli eventi cancellati nel 2020 appesantiscono i bilanci di molte associazioni.
La testimonianza del presidente della Ceresiana, che con una delle sue sette sezioni è una delle attrazioni della Sagra di San Provino
AGNO - Pesciolini fritti. Quintali di pescato sfrigolante servito durante San Provino. Ma quest’anno la Sagra d’inizio marzo non si è potuta tenere, come tutte le manifestazioni in Ticino, e l’annullamento ha mandato a farsi friggere i bilanci di chi sulla festa di tre giorni faceva un grande conto. Non c’è infatti solo il profondo rosso dei conti pubblici, su scala evidentemente minore la pandemia sta facendo soffrire anche l’associazionismo che vive di volontariato ed eventi.
Le casse piangono - Il discorso potrebbe valere per tantissimi sodalizi, ma vi raccontiamo l’impatto del virus sui “Pescatori Agno” una delle sette sezioni affiliate alla società madre “Ceresiana”, la più importante società di pesca in Ticino per numero di soci. Tanti iscritti, ma nel 2020 le casse piangono come conferma Maurizio Costa, presidente della sezione di Agno e della stessa Ceresiana: «La Sagra di San Provino e la festa sociale di settembre rappresentano le nostre fonti d’introito principali della nostra sezione per poter lavorare durante l’anno nel lago» spiega il presidente.
I progetti congelati - Una gelata dunque all’attività che sul Ceresio, per quanto concerne la “Pescatori Agno”, comprende la posa in acqua di fascine e alberelli dove il pesce persico depone le uova e altri piccoli pesci possono trovare rifugio; i ripopolamenti dell’alborella nel lago e delle trote nei fiumi (che sono stati comunque effettuati anche quest’anno). «Non sarebbe giusto dire che siamo con l’acqua alla gola, ma noi, come altre sezioni, in questo momento ci troviamo fermi con i vari progetti che avevano in cantiere per mancanza di introiti. Ma le spese, purtroppo, ci sono state, senza un ritorno economico. Penso ai soldi versati per i capannoni della Sagra che poi non abbiamo potuto utilizzare». Con le attuali regole, impossibile fare qualcosa anche adesso, sostiene Costa: «La vigilanza e la sicurezza accresciute, i costi per i dispositivi di protezione… alla fine la spesa supererebbe l’impresa».
Un problema diffuso - Il pensiero, inevitabilmente, corre già al prossimo anno: «Dobbiamo sperare, ed è questa la nostra preoccupazione oggi, che nel 2021 non ci sia ancora un blocco degli eventi, altrimenti saremmo davvero in grossa difficoltà. Non voglio farne un problema nostro, perché di fatto questa situazione tocca praticamente tutte le associazioni del Canton Ticino».