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CANTONE «Ho una targa che scotta»

23.09.20 - 08:08
Un mistero irrisolto dagli anni di piombo: la pista porta... a una ditta di pulizie del Bellinzonese
foto Corriere.it
«Ho una targa che scotta»
Un mistero irrisolto dagli anni di piombo: la pista porta... a una ditta di pulizie del Bellinzonese
«Il caso specifico è molto particolare e raro. Non ricordo, in realtà, un caso analogo date le circostanze»

BELLINZONA - Dai sotterranei della Storia a volte riemergono misteri insoluti, depositi di armi, documenti. E anche targhe ticinesi. La "TI 43022" è salita alla ribalta nei giorni scorsi, oltre confine, in seguito a un singolare ritrovamento effettuato dalla Polizia italiana. 

La Questura di Roma venerdì scorso ha annunciato di avere scoperto, in un bosco di Poggio Catino (Rieti), un deposito segreto delle Brigate Rosse risalente agli anni Settanta. La notizia è passata inosservata in Ticino, sulle prime. Cose del passato, carte e munizioni sepolte dai terroristi negli anni di Piombo: cosa c'entrano con noi?

C'entrano. E infatti, nei giorni successivi il telefono di una ditta di pulizie del Bellinzonese ha iniziato a suonare. «Ci hanno contattati fin dall'estero, dicendo che eravamo finiti sui giornali» racconta il titolare de La Goccia Sa Paolo Thoma. «Sono rimasto di stucco». 

Il fatto è che interrata nel deposito nascosto delle BR, la polizia italiana ha trovato anche una vecchia targa automobilistica stampata a Camorino. Consultando il registro pubblico delle targhe, si risale all'attuale proprietario. «Non abbiamo nulla a che fare con i terroristi» assicura divertito Thoma. L'impresa di pulizie si dice «sorpresa e tranquilla, anche se non è certo una gran pubblicità». 

I legami del Ticino con il terrorismo italiano sono tornati d'attualità in tempi recenti, grazie anche a un'intervista esclusiva di tio.ch/20minuti. Un capitolo di storia non troppo indagato, e ancora non del tutto chiuso. La targa ticinese sepolta a Rieti è una nuova pista? Lo diranno gli inquirenti italiani. 

Di sicuro, la pista che porta all'impresa di pulizie bellinzonese è un vicolo cieco. «Abbiamo ricevuto la targa dalla Sezione della circolazione anni fa per uno dei nostri veicoli aziendali» spiega il titolare. «Tutto è avvenuto regolarmente. Contatteremo l'ufficio preposto per capire il da farsi». 

Da Camorino confermano. La targa risulta rubata all'inizio degli anni Settanta. È stata poi messa in circolazione a metà degli anni Ottanta. «Il caso specifico è molto particolare e raro. Non ricordo, in realtà, un caso analogo date le circostanze» spiega il capoufficio Aldo Barboni. Negli ultimi anni il numero di targhe smarrite o rubate in Ticino è aumentato costantemente. Gli smarrimenti superano di gran lunga i furti, ma i due dati confluiscono in un'unica statistica, precisano da Camorino.

Targhe rubate e smarrite in Ticino:

annotarghe
2015495
2016534
2017658
2018673
2019681

I numeri smarriti o rubati «vengono inseriti in un'apposita banca dati di polizia» ricorda Barboni. «Questa è a disposizione anche delle autorità di polizia estere, per ricerche internazionali». Le targhe rubate restano nel database da 10 a 15 anni, secondo disposizioni della Fedpol. «La stessa targa può essere rimessa in circolazione solo se ritrovata o all’esaurimento di questo termine». 

Così è successo alla targa "delle Brigate Rosse". Oggi «è di nuovo in circolazione e tale rimarrà in quanto nessuna base legale ne prevede il ritiro, a meno che il detentore non desideri modificare il numero» conclude il funzionario. L'azienda di pulizie, dal canto suo, ci sta facendo un pensierino. Quanto meno, di togliere il proprio nome dall'elenco pubblico. «Vorremmo evitare qualsiasi problema» riflette Thoma. «Non si sa mai». 

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