In Ticino il bosco virtuale più affollato si trova in un gruppo su Facebook
Che ora, un po' vittima della propria popolarità, ha bandito i commenti diventati negli ultimi tempi sempre più "tossici"
LUGANO - È il bosco virtuale più affollato del cantone. Quando cinque anni fa ha aperto su Facebook il gruppo “Cercatori di funghi in Ticino”, Franco Ciccone non poteva immaginare che il suo quasi quarantennale hobby avrebbe attirato sulla sua pagina web migliaia di appassionati. Chi più, chi meno, tutti smaniosi di scambiarsi dritte e fotografie sui primi avvistamenti stagionali di porcini, spugnole e gallinacci, ma anche di esibire il bottino più ricco o di rivelare la ricetta segreta più adatta alla tal specie.
Più 700 membri a settembre - Questi erano i suoi intenti iniziali. Perché poi la community fungina è cresciuta a dismisura, in modo esponenziale nell’ultimo mese: «Siamo quasi 4.700 membri. Nei primi tempi il gruppo aumentava molto lentamente, al ritmo di un migliaio all’anno. Ma dal 30 agosto ad oggi c’è stata una vera e propria esplosione con 700 nuove adesioni» racconta lo stesso Ciccone. Il motivo? «Credo sia il passaparola tra fungiatt. È un comodo termometro per capire se ci sono funghi oppure no».
Troppe tossine nei post - E con la popolarità sono arrivati veleni e tossine che manco una falloide. Tanto da spingere l’amministratore a introdurre l’altro giorno precise regole di condotta. Pena l’espulsione dal gruppo. «Ultimamente erano cresciuti a dismisura i post aggressivi e la tendenza a litigare per e su tutto. Il massimo, forse, si è avuto l’altro giorno quando qualcuno ha scritto che sulla pagina certi cognomi stranieri erano fuori posto. Sono intervenuto contro il messaggio razzista perché questo è un gruppo per i cercatori di funghi in Ticino e non del Ticino».
Il “gratta” - Questa la goccia. Perché poi, al limite, è anche “istruttivo” aggirarsi tra fotografie e commenti per osservare fino a che eccessi possa condurre la ricerca delle pregiate muffe. E allora scopri che gli integralisti della cappella bruna alla fine si possono accorpare in poche, spesso brontolanti, specie. C’è il maniaco della pulizia, severo censore di chi non gratta o spazzola, fino all’ultimo granellino, il terriccio dal gambo del fungo. Perché, sentenziano con un fondo di ragione, la vera pulizia si fa nel bosco. Ma poi c’è modo nel rimprovero. Abbiamo letto un post che accusava di sporcizia il responsabile di un raccolto che la metà era terra: «Si rispetta il bosco bru-bru d’un bru-bru».
Il “pesafumo” - C’è chi pesa il raccolto a vista, come neanche una guardia di confine saprebbe fare. Guai condividere la foto di una tavolata ricolma di porcini, inevitabilmente spunta l’uomo bilancia: «Ma lo sai che in Ticino non si possono raccogliere più di 3 kg per persona? Badino!». Anche l’autodifesa ha quasi sempre il sapore della scusa: «Eravamo in cinque nel bosco». «Siamo in baita da un mese». «Sono 5,2 chili per 1,76 fungiatt».
Lo “stragista” - C’è chi, anche qui con più di un grammo di ragione, non può vedere le foto di cestini traboccanti di boleti grandi come una nocciola. Davanti a simile strage degli innocenti trovi il veterano che critica con garbo l’esposizione del «cimitero di baby porcini», e quello più nervoso che sbotta: «Maledetti! Nessun rispetto per il bosco. Foto da galera!».
Lo “assaggiatore” - Ma la specie più problematica di tutti è il novizio. Quello che posta la foto di fungo rosso con i puntini bianchi e chiede candidamente: «Ma si può mangiare?». La cronaca recente mette in guardia.
«La commestibilità? Lasciamo fare all'esperto»
È soprattutto per disinnescare i rischi delle identificazioni a vista da parte dei sedicenti esperti che l’amministratore del gruppo, oltre al bando dei post aggressivi o peggio razzisti, ha appena introdotto una nuova regola. «Sarà consentito dare indicazioni sulla commestibilità soltanto ai micologi riconosciuti. Tutti gli altri membri dovranno limitarsi a dire di che specie si tratta, ma sarà bandito chi fornirà pareri sul consumo di un fungo in base alla foto» sottolinea Franco Ciccone.
Forte anche di un successo che si misura con le migliaia di iscritti, il creatore del gruppo può ora contare sul supporto di un moderatore e per l’identificazione di almeno un controllore della Vapko (Associazione svizzera degli organi ufficiali di controllo dei funghi). A condizione che vengano postate almeno tre foto chiare del miceto. «Fermo restando che per molti funghi il riconoscimento si fa dal vivo» sottolinea Ciccone.
Questo per rendere migliore il bosco virtuale, per quello reale è tutto più complicato. Anche se l’appassionato cercatore qualche suggerimento lo dà: «Un patentino sarebbe efficace contro l’incredibile affollamento nei boschi. Nel weekend, in molte zone del Ticino, è quasi impossibile parcheggiare l’auto. E poi i controlli sui chili raccolti. Da noi, a differenza che nei Grigioni, non se ne fanno abbastanza».