Anche in Ticino l'abbigliamento a scuola fa discutere
Proteste dall'Italia a Ginevra, per le regole «troppo severe». Ma alla Spai di Mendrisio hanno trovato (forse) una soluzione
MENDRISIO - La cintura sotto le mutande, no. I pantaloncini sopra il ginocchio, nemmeno. La canottiera sì, ma non a rete. Anche in Ticino gli attriti fra allievi e insegnanti non mancano, in materia di abbigliamento. Alla Spai di Mendrisio li hanno risolti (forse) con una trovata curiosa.
Il caso di Ginevra - Il tema è delicato. Di recente un liceo di Roma è stato teatro di proteste sessantottine, dopo che la direttrice ha vietato la minigonna a una studentessa «perché ai professori cade l'occhio». A Ginevra ha fatto discutere la t-shirt "della vergogna" introdotta da una scuola media: agli studenti discinti viene imposta una maglietta extra-large, con la scritta «ho una tenuta adeguata».
Il sondaggio a Mendrisio - Ma qual è la «tenuta adeguata»? E come farla digerire agli studenti? La Scuola per le professioni artigianali e industriali (Spai) di Mendrisio ha appena sperimentato un metodo sui generis. Un sondaggio interno condotto nei mesi scorsi è sfociato in una proposta di regolamento, pubblicato a settembre sul sito dell'istituto.
Niente infradito e scritte volgari - Il risultato: un vademecum – per ogni parte del corpo – votato a maggioranza da 364 studenti (di cui tre ragazze) e 44 docenti. Infradito no, tute sì «ma non troppo casalinghe», sì i pantaloni stracciati «ma con strappi minimi». Le divergenze maggiori «riguardano le magliette con scritte volgari» ma anche gli abbigliamenti punk o rock (accettati dai docenti, meno dagli allievi) o il sandalo da uomo (idem).
Proposte "da digerire" - «Si tratta di una serie di proposte» precisano gli autori dell'indagine (qui il link al testo completo). Una volta approvate «andranno digerite dai nostri studenti adolescenti e forse pure da qualche collega».
«Scuole autonome» - Anche il Decs dovrà dire la sua. «Il regolamento in questione verrà esaminato e se del caso ratificato a suo tempo, come prevede l'iter di legge» precisa il direttore Manuele Bertoli. «Il principio generale è che sia osservato un abbigliamento consono. Negli ultimi anni non abbiamo registrato conflitti particolari e alle singole scuole è lasciata la dovuta autonomia».
«Libertà da salvaguardare» - Provvedimenti come quello di Ginevra «non aiutano ad affrontare un eventuale problema e sono comunque da evitare» conclude Bertoli. «Lo stesso vale in genere per le norme troppo restrittive». È d'accordo il sindacato degli studenti ticinesi (Sisa) che appoggia la protesta romanda. «Nei limiti della decenza, la libera espressione dei giovani deve essere salvaguardata, anche se in Ticino qualche deputato ha proposto d'introdurre addirittura delle divise scolastiche» commenta il portavoce Zeno Casella. «Esperimenti condivisi come quello di Mendrisio sono senz'altro l'atteggiamento giusto».