Nonostante il protocollo e le rigide misure sanitarie, si valuta nuovamente un cambiamento di sede
BELLINZONA - Le misure di protezione introdotte a Palazzo delle Orsoline hanno permesso ai membri del Gran Consiglio ticinese di non doversi recare in quarantena dopo la notizia della positività di un deputato.
Tuttavia, il primo caso di positività, e la situazione generale di peggioramento legata al coronavirus nel nostro Cantone, sta facendo tornare in auge la possibilità di riunirsi in spazi più ampi, ma che siano funzionali a tutte le necessità dei parlamentari.
«Stiamo valutando diverse sale» ha ammesso ai microfoni della RSI il Presidente del Gran Consiglio Daniele Caversazio (Lega dei Ticinesi). Mentre si allontana l'ipotesi di tornare a Lugano (la sala sarebbe occupata proprio nei giorni che prevedono le prossime sedute del Parlamento), si valuta se riunirsi a Mendrisio, al Mercato coperto, o al FEVI di Locarno, ha spiegato Caversazio.
A complicare ancor più la questione ci si potrebbe mettere anche la Confederazione, visto che tra le misure che potrebbero venir introdotte da Berna c'è anche un divieto alle riunioni pubbliche con più di 50 partecipanti: una decisione che impedirebbe del tutto al Gran Consiglio di trovarsi in presenza.
La prossima sessione sarà fra due settimane, e i grattacapi, per la politica ticinese, rimangono.