Una petizione in questo senso è stata lanciata da alcuni ragazzi del CPS di Lugano.
La denuncia: «Giornalmente vengono dichiarate classi in quarantena. Sui mezzi pubblici poi si va contro a quelle che sono le direttive federali»
LUGANO - Una chiusura preventiva delle scuole post obbligatorie. A chiederlo, tramite una petizione online, è un gruppo di studenti del Centro Professionale Sociosanitario di Lugano.
«La didattica a distanza non è sicuramente efficiente come la classica didattica in presenza, a scuola, coi compagni. Ma prevenire è meglio che curare», recita l'attacco della petizione che al momento non ha raggiunto ancora il centinaio di iscrizioni.
«La situazione in Ticino, in Svizzera, in Europa e nel resto del mondo sta precipitando notevolmente e misure da parte del governo verranno prese a breve - si legge ancora nello scritto -. Per quanto la scuola non venga definita un luogo di contagio, giornalmente vengono dichiarate classi in quarantena, alunni, situazioni sui mezzi pubblici che vanno completamente contro a quelle che sono le direttive federali e alla salute pubblica e assembramenti accidentali o no che mettono a rischio la salute di tutti», viene poi fatto notare.
Sono gli stessi ragazzi a far notare quanto sia difficile rispettare e far rispettare tutte le norme anti covid. «Non vi è la possibilità di garantire la sicurezza in ambito scolastico per quanto riguarda la salute, nonostante le misure. Che non sempre vengono rispettate, perché non è possibile, per negligenza o disattenzione».
La petizione chiede ai ragazzi del post obbligatorio in Ticino di adattarsi alla situazione «in modo responsabile e di sollecitare il DECS, in collaborazione con la scuola, a iniziare al più presto la didattica a distanza e a occuparsi dei casi in cui l'apprendimento risulta difficile». Si propone infine di «adattarsi a quello che stanno già passando alunni in tutto il mondo, per questione di prevenzione, diminuendo il carico sui mezzi pubblici, gli assembramenti in luogo pubblico, e altre situazioni al momento spiacevoli».
Gli studenti chiudono con un messaggio carico d'ottimismo: «I ragazzi di oggi siano l'esempio».