Il Möbius Multimedia Lugano 2020 è stato il primo in digitale. Alcune riflessioni importanti.
LUGANO - A distanza di qualche giorno dalla conclusione della ventiquattresima edizione del Premio Möbius Multimedia Lugano è tempo di bilanci. La principale novità di quest’anno è stata lo svolgimento in digitale dell’evento, con due importanti ricadute. Da un lato, l’espansione dei confini di fruizione attraverso il servizio di streaming curato dalla RSI, dal 1996 storico ente promotore del Möbius con la Città di Lugano. Valorizzare e divulgare la cultura digitale, in questo caso, ha significato dunque sostenere il digitale come canale preferenziale di accesso all’evento attraverso riprese filmate di qualità. Una qualità che, dall’altro lato, consente a tutti gli interessati di scoprire o rivivere al meglio i momenti salienti di questa edizione. La Fondazione Möbius offre infatti nel proprio sito web i materiali suddivisi secondo le sessioni e i singoli interventi che hanno ritmato la manifestazione nella due giorni di metà ottobre.
Se ne trae una fotografia complessa e molto stimolante che può essere sintetizzata così:
– I giovani vedono con preoccupazione il proprio futuro lavorativo, rilevando in modo non trascurabile una minaccia dal digitale, e chiedono rassicurazioni ai tecnici e alle istituzioni (si veda la sessione del MöbiusLab Giovani con Luca De Biase e con le apprensioni nei video della Terza A del Liceo Lugano 1.
– Alcuni cambiamenti, ad esempio quelli guidati dall’intelligenza artificiale e dalla robotica (video di Marco Zaffalon e Anna Valente), preannunciano una evoluzione positiva a due livelli: alcune professioni saranno sostituite da altre senza perdite significative, soprattutto dove le istituzioni formative staranno al passo con i tempi (video di Boas Erez); altre professioni, rischiose per l’incolumità del soggetto umano, potranno essere affidate alle macchine.
– Altri cambiamenti, come ha testimoniato il giovanissimo ma sperimentato Patrick Balestra di Spotify, amplieranno l’orizzonte competitivo a livello globale (la concorrenza per il proprio posto di lavoro può sempre più venire da ovunque) e richiederanno molta flessibilità e creatività, rammentando i tempi della Silicon Valley con i suoi libri, i suoi giochi e i suoi miti (video di Gino Roncaglia e Gabriele Balbi)
– Altri ancora esigono già oggi un cambio di rotta, sul registro della riflessione più che su quello della competitività: è quanto ha ricordato la scrittrice Sara Beltrame che vede il futuro delle professioni creative attento a non perdere le componenti relazionali con il pubblico.
– Ricordato il vincitore per la “Formazione immersiva” “17Doors – Le chiavi per capire, diffondere ed applicare lo sviluppo sostenibile” di Sustain&Ability (Marco Gualtieri), va subito rilevato che i prodotti preselezionati per il Grand Prix Möbius Suisse (“Digitale e agricoltura”), in collaborazione con la Fondazione Agire, delineano un quadro di assoluta qualità. Dopo il vincitore “xFarm - Soluzioni per l’agricoltura digitale” di xFarm AG (Matteo Vanotti), si vedano i video delle menzioni speciali a “PreDiVine - Prevenire le malattie della vite” di Dolphin Engineering Sagl (Mauro Prevostini), “Agronomeet - Agricoltura digitale con impatto reale” di EnvEve SA (Suzanne Lauber) e “RIICE - Ridurre la vulnerabilità dei piccoli coltivatori di riso” di Sarmap SA (Francesco Holecz). Indubbiamente nel settore la nostra realtà ticinese sa esprimere un altissimo livello qualitativo, dal micro al macro: dalla cura dei campi e della vigna del proprio territorio alle agroassicurazioni “salvavita” per milioni di coltivatori nel mondo. Una competitività, però, che non va considerata un punto di arrivo, ma che richiede al modello vincente della Svizzera, alle sue scuole, alla sua ricerca e alla sua industria di continuare a essere protagonisti con rinnovato ottimismo nonostante i tempi difficili (video di Lino Guzzella).
La vivacità dell’edizione di quest’anno è ben esemplificata dalle sessioni che hanno aperto e chiuso la manifestazione: i liceali che, dopo accurata preparazione, hanno portato a Luca De Biase i propri dubbi con freschezza, le otto videonarrazioni sul vissuto personale “ai tempi della pandemia” degli studenti preselezionati della SUPSI (gli otto video, fra i quali “La mia parte nascosta” del vincitore del Premio Möbius Giovani Andrea Dragoni e “Tuo virus” di Ismaela Nicola, menzione speciale) e lo scambio finale (Immaginare il lavoro) coordinato da Derrick de Kerckhove, che ha dato risposte e aperto nuovi quesiti (ad esempio le opportunità di fiere ed eventi virtuali in ottica figital - “fisico-digitale” - richiamate da Gualtiero Carraro), come si addice a uno spazio di confronto libero, quale il Möbius si propone di essere.
Ha concluso Alessio Petralli, direttore della Fondazione Möbius Lugano: «Sottolineo con soddisfazione che l’eterogeneità dei contributi, nel dare voce ai professionisti, alle giovani generazioni, agli imprenditori, oltre agli esperti di settore, ha consentito a questa edizione digitale del Möbius di fornire risposte concrete e, soprattutto, di definire criteri per leggere il presente come guida del futuro del lavoro. La riconsiderazione ponderata di queste prospettive attraverso la visione sul nostro sito dei vari contributi non può che allargare gli orizzonti. Ne facciamo tesoro lanciandoci con entusiasmo e spirito critico verso la venticinquesima edizione dell’anno prossimo, prevista per il 15 e 16 ottobre 2021».