Un'iniziativa cantonale chiede di modificare il codice penale, a tutela delle donne vittima di violenza
BELLINZONA - Il silenzio non è assenso. Non deve più esserlo. Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anche da Palazzo delle Orsoline si leva un coro a favore della modifica del codice penale svizzero. Un coro di deputate, ma anche di deputati.
Da Bellinzona, infatti, è partita un'iniziativa parlamentare inter-partitica, presentata dal gruppo dei Verdi e co-firmata da deputate del Plr, Lega, Ppd, Ps, Mps e Pc. Destinazione: Berna, Assemblea federale. I tredici firmatari chiedono «un cambio di paradigma nella definizione di reato sessuale».
Le richieste del Ticino, sulla scia di un'iniziativa analoga presentata dal canton Ginevra, sono sostanzialmente due.
La prima: «L'uso della violenza o delle minacce - si legge nel testo - devono essere circostanze aggravanti e non più condizioni base del reato».
Echeggiando una campagna già lanciata dai collettivi femministi, i deputati chiedono che senza un mutuo consenso l'atto sessuale sia da considerarsi un illecito. Inoltre invocano - secondo punto - l’introduzione di «una disposizione ad hoc che punisca le molestie sessuali».
Secondo un recente studio - ricorda il testo dell'iniziativa - il 22% delle donne in Svizzera ha subito atti sessuali non consensuali nel corso della propria vita, e solo l'8% delle interessate ha denunciato alla polizia le violenze sessuali subite. Uno dei motivi è che il diritto penale svizzero non prevede la punibilità del reato solo sulla base dell'esistenza o meno di un consenso reciproco.