Tre attivisti del movimento Sciopero per il clima hanno steso davanti a vari benzinai un eloquente striscione.
L'hanno fatto bendati, per rappresentare simbolicamente l'indifferenza «di chi non vuole vedere il problema».
LUGANO - Percorrere la strada che da Lugano porta a Berna e fermarsi presso le numerose stazioni di rifornimento di benzina presenti sulla via per chiedere "di che morte dobbiamo morire". A ogni stop, infatti, tre attivisti del movimento Sciopero per il Clima hanno dato vita oggi a una breve ma significativa azione, stendendo davanti ai vari benzinai uno striscione che portava, a lettere cubitali, l'emblematica domanda: “È questa la nostra condanna?”.
La condanna a cui si riferiscono è quella della catastrofe climatica, «inevitabile a meno che avvenga un radicale abbandono dei combustibili fossili da parte del sistema politico-economico mondiale». «È ora di mettere in chiaro quali sono i pezzi grossi a cui bisogna davvero dare la colpa per quello che sta succedendo e succederà al pianeta», affermano gli attivisti. Prese di mira sono infatti le società petrolifere che fanno parte delle multinazionali più inquinanti del mondo. Stando a uno studio del Guardian, Shell e BP sono ad esempio responsabili di più del 35% delle emissioni totali mondiali di CO2 e metano (importanti gas serra) legate alla produzione di energia. Dal 1965 a oggi hanno causato 480 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti.
«I piccoli gesti nella nostra quotidianità sono importanti - aggiungono ancora i militanti - ma perdono il loro senso se vengono vanificati dall'inaccettabile quantità d'inquinamento atmosferico causato da tali multinazionali. È necessario quindi protestare contro l'egemonia di tali mercati e convincere la gente a scegliere vie alternative. Spesso però, chi davvero ha in mano il potere e la possibilità di dare una svolta alla situazione attuale, non vede (o meglio non vuole vedere) il problema». Come se avessero gli occhi bendati, proprio come gli attivisti dell’azione che volevano rappresentare simbolicamente tale indifferenza.
L’obiettivo del movimento per i prossimi anni è proprio quello di «togliere più bende possibili» in modo che la crisi climatica prevista dalla scienza venga prevenuta e mitigata. I tre giovani, che dovevano fare un viaggio di servizio per il movimento, hanno così approfittato dell’occasione per lanciare il loro messaggio.