L'idoneità al servizio è del 68,5%. Tra i cantoni, il Ticino viene dopo solo Vallese, Neuchâtel e Glarona
Nell'intera Svizzera, sono state emesse 182 dichiarazioni di rischio. In questo modo, l'esercito vuole impedire che le persone potenzialmente pericolose ricevano un'arma.
BERNA - Lo scorso anno il 73% delle persone soggette all'obbligo di leva è stato considerato abile al servizio militare nei centri di reclutamento dell'esercito. L'8,4% è invece stato ritenuto idoneo alla protezione civile, mentre il 18,6% è stato scartato per ragioni mediche. Il Ticino si trova nei bassifondi della classifica.
In totale, nel 2020 sono state 23'687 le persone che hanno ricevuto una decisione definitiva nei sei centri di reclutamento, informa oggi tramite una nota Aggruppamento Difesa. Di queste, 17'302 sono state dichiarate abili al militare, 1'981 alla protezione civile e 4'404 inabili dal punto di vista medico. Altri 1'248 individui sono stati rimandati per vari motivi.
In confronto al 2019, l'idoneità al servizio è aumentata del 2,1%, mentre quella alla protezione civile è scesa dello 0,9%. I cantoni registrano tassi diversi fra di loro, che oscillano tra l'89,7% di Obvaldo e il 62,7% di Vallese e Neuchâtel.
Il Ticino è uno di quelli con la quota di idoneità più bassa, come si evince dall'apposita tabella. Con il 68,5%, oltre ai già citati Vallese e Neuchâtel, si mette infatti dietro solo Glarona (65,0%). Il cantone italofono registra invece percentuali del 12,6% e del 18,9% per quel che concerne protezione civile e inabili.
Insieme a Obvaldo, si trovano sopra la soglia dell'80% anche altri due cantoni della Svizzera centrale, ovvero Lucerna (83,6%) e Nidvaldo (82,6%). I Grigioni dal canto loro sono al 70,3%, valore che li colloca nella seconda metà della graduatoria.
Hanno invece subito un nuovo e forte calo le domande di differimento dal servizio. I cittadini che hanno scelto questa strada sono stati 5'486, il 19% in meno dei 6835 dell'anno prima. Addirittura, rispetto al 2018, quando è stato introdotto l'inizio flessibile della scuola reclute, la diminuzione è del 44%.
Nel comunicato si ricorda come, a causa della pandemia, nel 2020 si sia resa necessaria la sospensione del reclutamento per diverse settimane, per poi riprendere da giugno con cicli ridotti. È stato comunque possibile garantire un apporto di personale sufficiente per l'inizio della scuola reclute estiva e di quella invernale.
Le donne convocate al reclutamento sono state 412. Di queste, 379 hanno ricevuto una decisione definitiva e a 345 è stato possibile assegnare una funzione nell'esercito. Ciò corrisponde a un'idoneità del 91%. In 72 sono inoltre state smistate alla protezione civile, in 26 al Servizio della Croce Rossa e 71 sono state raccomandate per un impiego di promozione della pace. Hanno assolto una valutazione per un futuro da sottufficiale superiore o ufficiale in 120, di cui solo 4 hanno ottenuto una raccomandazione negativa.
Infine, nell'ambito dei controlli di sicurezza, sono state emesse 182 dichiarazioni di rischio. In questo modo, l'esercito vuole impedire che le persone potenzialmente pericolose ricevano un'arma.