Intervista a Rita Beltrami, dell’Ufficio dell’orientamento, per capire cosa vogliano fare i ”piccoli” da ”grandi”.
«Il Covid-19 ha tolto agli allievi delle Medie la possibilità di toccare con mano alcune professioni, ad esempio in casa anziani».
BELLINZONA - Prima posticipato, poi annullato. Il coronavirus si è messo anche tra i giovani alla ricerca del loro futuro e Espoprofessioni. Che quest’anno ha però trovato una soluzione alternativa, “ibrida”. L’edizione 2021 si terrà dal 22 al 27 marzo con una serie di eventi via web e in presenza, che permetterà di scoprire e esplorare il mondo delle professioni e delle formazioni del postobbligo. Ma com’è possibile attirare i ragazzi senza i consueti stand del Padiglione Conza? Lo abbiamo chiesto a Rita Beltrami, presidente del comitato di organizzazione di Espoprofessioni e capo dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale.
Videochat e visite in presenza
«La risposta, da un lato, è Espo connect - ci spiega -. Nelle giornate di lunedì e martedì metteremo in contatto gli allievi con apprendisti in circa 60 professioni tramite videochat live. Coinvolgeremo le scuole medie, un giorno le terze e un giorno le quarte. Il sabato, che solitamente al Conza accoglie i dubbi dei genitori, insieme all’apprendista ci sarà un suo formatore o un rappresentante dell’associazione professionale». Ma gli allievi potranno anche uscire da scuola, grazie agli eventi in presenza (segnati con la P): porte aperte ai centri di formazione, visite in carrozzeria o negli alberghi, stage. «Guardate, scegliete e iscrivetevi - esorta Beltrami -. È un’opportunità e la scuola ve lo permette. In quella settimana approfittatene».
Conoscere ed esplorare per poi scegliere
Scegliere “cosa fare da grandi”, si sa, non è facile. È un momento fondamentale della vita. «Quando si entra in un percorso di scelta prima di tutto bisogna darsi il tempo. La scelta si costruisce guardandosi in giro, esplorando a 360 gradi e facendo delle esperienze - chiarisce la capoufficio dell’orientamento scolastico e professionale -. Noi lavoriamo anche molto con i docenti per aiutare gli allievi in questo percorso di scoperta, soprattutto nel secondo biennio della scuola media. È un grosso lavoro. Che per gli orientatori non è sempre facile. Devono sostenere gli allievi ma fare pure in modo che si rendano conto che dopo la scuola media cambiano i paradigmi e quello che ottengo dipenderà da loro».
L'invito ai ragazzi: approfittatene
La pandemia ha influito sulle scelte di vita (e di formazione)? Non secondo l’osservazione di Rita Beltrami. «Lo scorso anno la chiusura totale ha fatto sì che qualche ragazzo in più optasse per i percorsi a tempo pieno. Quest’anno il lavoro a fianco dei giovani è stato più “normale”, là dove si poteva sono riusciti a fare degli stage e le consulenze si sono svolte presso le sedi scolastiche». Per quanto riguarda le professioni socio-sanitarie, «c’è sempre stato interesse per il settore. La pandemia non ha portato differenze rilevanti». Ma, conclude il presidente del comitato di organizzazione di Espoprofessioni, «è stato un po’ difficile avvicinare i giovani al confronto con la realtà di queste professioni, perché ad esempio gli stage in casa anziani non si potevano fare». La soluzione? L’agenda di Espoprofessioni include per esempio una proposta con dei filmati interessanti. Una sorta di “mise en scène” per far capire ai ragazzi cosa significa fare questo lavoro. Per «approfondire, far capire, mostrare la quotidianità delle professioni». C’è solo l’imbarazzo della scelta.