Leventina in rampa di lancio grazie a un progetto coordinato dall'economista Andrea Defanti. Utopia o realtà?
FAIDO - Una cinquantina di unità abitative nuove, più parcheggi per le auto, un bed & breakfast, un asilo nido, il rinnovo di un albergo in stile liberty (Hotel Suisse). Sono solo alcuni degli obiettivi tracciati da un gruppo d'imprenditori riunitisi di recente per studiare un piano di rilancio per Faido, e più in generale per la Leventina.
«Un potenziale non espresso» – A dare l'impulso l'economista Andrea Defanti, nato e cresciuto proprio a Faido. «C'è molta richiesta turistica per la regione. E non ci sono abbastanza alberghi e case di vacanza. Abbiamo un potenziale inespresso di 6.000 letti freddi. D'altra parte la Leventina è un luogo ideale per andare a vivere. Faido è servito da una linea ferroviaria ed è a un chilometro dall'autostrada».
«Come ai fasti di un secolo fa» – Partire dal basso per riportare una regione ai fasti di un secolo fa. «Quando i migranti leventinesi tornarono da Parigi, Londra e Milano per dare il via alla "belle époque" e allo sviluppo di attività nel borgo». È questo, in sintesi, il "credo" di chi si sta lanciando in questa sfida, sostenuta da Markus Birchler, urbanista pianificatore di Zurigo, e Roberto Manzi, ricercatore dell'USI e coordinatore dello studio Urban Consumer Services per Lugano. Tra le persone coinvolte anche Alessandro Fuchs, industriale e imprenditore in campo medicale, già presente nei settori alberghiero e immobiliare, e Clara e Davide Conceprio, investitori attivi nel ramo dell’architettura e dell'hospitality». Il Municipio, tramite Daniele Zanzi, funzionario del Dicastero turismo, segue la vicenda con particolare interesse.
«Un luogo in cui c'è qualità di vita» – «Bisogna ripensare anche la mobilità lenta – riprende Defanti –. Collegando la stazione e il centro del paese, favorendo gli spostamenti pedonali e in bicicletta, con un occhio di riguardo per residenti e turisti. In sostanza, meno auto che transitano velocemente lungo quella tratta. Stiamo facendo una valutazione a 360 gradi. Nel nostro progetto sono pronte a subentrare persone davvero competenti su vari ambiti. Senza contare la valorizzazione delle ville storiche, come ad esempio la casa delle Vicentine o il palazzo dei farmacisti in Piazza Franscini. La valle può davvero tornare a vivere. Faido tra l'altro è dotato di tutti i servizi necessari per avere un'ottima qualità di vita, dai supermercati ai ristoranti fino ad arrivare alle piste da sci di Carì».
«Alptransit non è un problema» – Secondo Defanti il tunnel veloce di Alptransit, che ha tolto alla Leventina l'esclusiva per i collegamenti ferroviari col nord, non rappresenta un problema. «No, perché altrimenti non ci sarebbero continue richieste da parte di turisti per venire in Leventina. La vecchia linea del Gottardo, destinata al traffico merci, oggi è solcata da modernissimi e silenziosi treni che continuano a trasportare turisti e lavoratori. Questo non va dimenticato».
«Noi siamo pronti» – Si torna a parlare di turismo. «C'è gente che vuole venire a Quinto o a Carì. Ma poi non abbiamo le casette da offrire loro come luogo di vacanza». La Leventina dunque viene descritta come tutt'altro che una regione morta. «Macché. Pensiamo alla recente decisione di rifare il nucleo di Chiggiogna, con un investimento di 2,5 milioni di franchi. Noi siamo pronti a dare un ulteriore impulso a quello che già è in atto. Ci siamo. Tocca alle autorità approfittarne».
Nomi importanti – Nell'iniziativa di Defanti sono coinvolti anche Marco Pallua, esperto nella riconversione dei nuclei storici, Stefano De Angelis-Effrem, socio dello Studio Delta Zero di Lugano, l'architetta Monique Bosco-von Allmen, rappresentate in Ticino della Cooperativa di abitazione, sistema che ha permesso a Zurigo di ripopolare il nucleo. Infine, Nayereh Aminfakhr, architetta e imprenditrice della Dizenio SA.