Ben diciassette persone hanno perso la vita sulle strade ticinesi nel 2020, undici in più rispetto all'anno precedente.
Nel calo globale degli incidenti avvenuti nel 2020 in Ticino, spicca però il più 16% di quelli che hanno coinvolto una persona in sella a un'e-bike.
BELLINZONA - 3'194 incidenti. 17 morti. 157 feriti gravi e 419 leggeri. È il bilancio - riferito oggi dalla polizia cantonale - della circolazione sulle strade ticinesi nel 2020. Un bilancio in chiaro-scuro, perché alla netta diminuzione degli incidenti (14% in meno rispetto al 2019) si contrappone «una sensibile crescita» di quelli mortali, che sono stati sedici e hanno provocato diciassette vittime (ben undici in più rispetto al 2019). Tra di loro troviamo undici automobilisti, tre motociclisti, due conducenti di e-bike e un pedone. Tra gli incidenti più tragici e che hanno scosso maggiormente il Ticino - soprattutto a causa della giovane età delle vittime - è impossibile non ricordare quello che a settembre ha spezzato le vite di un padre e del figlioletto di un anno a Gnosca e quello che a novembre ha provocato la morte di un motociclista diciassettenne a Davesco-Soragno.
Ahi, e-bike - Tra gli utenti più deboli spicca il marcato aumento degli incidenti che hanno coinvolto le e-bike. Questo mezzo di trasporto, che ha fatto registrare un boom di vendite durante il lockdown, è infatti l'unico a far segnare un notevole aumento d'incidenti - 36 in totale - rispetto all'anno precedente (+16%). Sono invece 342 quelli che hanno coinvolto motociclisti (-16%), 75 quelli con velocipedi (+3%) e infine 65 che hanno riguardato dei pedoni (-28%).
L'obiettivo dell'USTRA - Sul fronte degli incidenti della circolazione stradale a livello nazionale, l'USTRA prevede di scendere sotto la soglia dei 100 morti (187 nel 2019), e di non superare i 2'500 ferimenti gravi all’anno (3'639) entro il 2030. Ma la vera sfida sarà contenere il numero degli incidenti (e dei morti) che coinvolgono gli utenti della mobilità lenta. Numero che è in crescita da diversi anni. «Per farvi fronte sono in corso di valutazione diverse misure di sicurezza, in particolare in relazione ai velocipedi elettrici».
Ticino, unicum durante la pandemia - L’emergenza sanitaria vissuta in Ticino ha avuto un effetto più rilevante sulla statistica degli incidenti stradali rispetto al resto della Svizzera, specialmente nel periodo del primo lockdown con il drastico calo del traffico, in particolare la sostanziale mancanza del traffico internazionale e l’assenza dell’abituale esodo pasquale. Con l’allentamento delle misure in estate, l’utenza si è poi orientata sulle due ruote. Il ridotto flusso veicolare, soprattutto sull’asse autostradale a sud, ha pure comportato una diminuzione delle infrazioni per eccesso di velocità. Nel complesso le revoche sono scese a 2'068 rispetto alle 2'624 del 2019. Appare logico, per molti versi anche auspicabile, che la mobilità riprenderà a essere importante e il traffico il Ticino tornerà a essere fortemente congestionato.
I radar hanno appiedato più di duemila conducenti - I controlli con apparecchi radar mobili e laser sono stati 472 (305 nel 2019), di cui 155 in abitato, 78 fuori abitato e 239 in autostrada. Su 344’300 veicoli controllati il 3.6% era in infrazione (477 le revoche di licenza). Gli apparecchi fissi e semi-stazionari hanno invece controllato 14,2 milioni di veicoli di cui lo 0.8% in infrazione (con 1’675 revoche di patente).
Venticinque pirati della strada - I casi pirata sono stati 25 (-2 rispetto al 2019), di cui sei pizzicati nell'abitato. Quattro sono stati individuati grazie a video pubblicati sui social media dai medesimi conducenti. Vanno segnalate tre inchieste che coinvolgono radar. Quella dell'apparecchio semi-stazionario danneggiato nel 2019 nel Luganese si è conclusa in estate con l’arresto dell’autore grazie all’analisi del DNA. L’ultima vede coinvolto l’apparecchio fisso di Balerna; l’autore è stato rapidamente identificato e denunciato.
Più di 500 ticinesi sopra lo 0.5 per mille - In relazione alle verifiche sull’abuso di alcol al volante, nel 2020 ne sono state effettuate 5‘894 rispetto alle 7'549 del 2019, di cui 1'059 a seguito di un incidente e 716 fra gli autisti professionali. I casi positivi registrati sono stati 506 (762). «Nonostante la diminuzione registrata - precisa la Polizia cantonale - non si assiste un cambiamento delle abitudini dei conducenti di veicoli a motore e la decrescita è anch’essa derivante dalla situazione particolare legata allo scorso anno».
147 camionisti colti in fallo - I lavori per la realizzazione del nuovo Centro di Controllo dei Veicoli Pesanti di Giornico sono continuati nel rispetto della tabella di marcia. La struttura sarà ultimata entro fine 2022. I controlli sui veicoli pesanti su mandato dell’USTRA hanno comunque raggiunto le 12'775 ore. Nello specifico settore del rispetto dell’Ordinanza lavoro e riposo sono stati esaminati 1'083 conducenti di 381 aziende, rilevando 147 infrazioni. L’emergenza COVID ha dirottato il personale in specifiche attività di controllo, riducendo gli interventi nell’educazione stradale, anche per motivi di sicurezza, a 144 ore effettive contro le 440 del 2019. A livello di prevenzione si aggiungono la campagna “In sicurezza sui passi alpini” destinata a tutti i motociclisti (Strade sicure), e la giornata della luce (UPI).