L'ispettorato del lavoro e una società italiana hanno presentato due denunce penali al Ministero pubblico
Lo stilista tedesco è stato segnalato per presunte violazioni alla legge sul Lavoro, amministrazione infedele e falsità in documenti.
LUGANO - Ancora guai per lo stilista tedesco, ma trapiantato a Lugano, Philipp Plein. Dopo le pizze e il sushi, scelte di marketing discutibili e la querelle con Ferrari (costata un risarcimento di 300'000 euro), il designer finisce in procura. Due denunce penali a suo carico - come anticipato da La Regione - sono state presentate nel 2020 dall'ispettorato del lavoro e dalla società italiana Billionaire Italian Couture Srl.
Il primo fascicolo è stato aperto la scorsa estate e riguarda «presunte violazioni della Legge federale sul lavoro» legate ai tagli perpetrati durante il primo lockdown, quando la sua ditta era ricorsa al lavoro ridotto e aveva pure richiesto e ottenuto gli aiuti dalla Confederazione.
Il secondo fascicolo è invece stato aperto nei confronti della Philipp Plein International AG nell'autunno 2020 per «presunta amministrazione infedele e falsità in documenti» su richiesta della Billionaire Italian Couture Srl. Entrambi i fascicoli sono in mano al procuratore pubblico Daniele Galliano. Contattato dal quotidiano bellinzonese, Philipp Plein ha preferito non commentare la vicenda.