Greggi e lupo: la recente giornata informativa del Cantone mette a nudo tutte le difficoltà dei contadini.
Problemi di convivenza coi vicini e con gli escursionisti. Enorme investimento di tempo e finanziario. E una trafila burocratica da paura. La parola all'esperto Silvio Guggiari.
GAMBAROGNO - Si fa presto a dire agli agricoltori di montagna di ricorrere ai cani da protezione delle greggi per reggere la partita a scacchi contro il lupo. Sì, perché poi nasce un altro problema. I maremmani abbruzzesi e i "montagna" dei Pirenei proteggono il loro territorio e i loro animali a spada tratta. E per gli estranei in transito la vita si fa dura. Ecco perché di recente il Cantone ha organizzato un incontro informativo sui monti di Gerra Gambarogno. «A richiederlo – sottolinea Silvio Guggiari, consulente specializzato nella protezione delle greggi – sono stati proprio i proprietari dei cani».
Alcune decine di presenti. Si può parlare di successo?
«Sì. Sono state invitate le persone che frequentano i luoghi in cui sono impiegati i cani. Quindi i proprietari privati di cascine, i rappresentanti dei Comuni e dei Patriziati dove operano i cani, i responsabili delle società escursionistiche proprietarie delle capanne alpine nei dintorni dell’Alpe Ruscada, i responsabili delle organizzazioni turistiche regionali e altri ancora».
Molta gente ha paura dell’atteggiamento di questi cani che abbaiano a tutto ciò che è estraneo al loro gregge. Qualcuno è anche stato morso…
«Infatti l’obiettivo era quello di informare i presenti su come comportarsi in caso di incontri con i cani, illustrando le caratteristiche principali di questi animali. Si è creato inoltre un contatto con i proprietari, così da ridurre ulteriormente il rischio di conflitti».
La stagione escursionistica è entrata nel vivo. Cosa bisogna fare se si incontra un cane da protezione?
«Si consiglia di tenere la distanza dal cane e dal gregge, di restare calmi, di non fare movimenti repentini e di non provocare gli animali. Occorre inoltre evitare di interagire con il cane da protezione, anche se vi viene incontro. Se si è in sella a una bicicletta è consigliato scendere e se si è con il proprio cane di tenerlo al guinzaglio. Al momento della pianificazione di un’escursione si consiglia inoltre di consultare le mappe interattive attivabili su tutte le principali applicazioni topografiche. Lì sono indicate tutte le zone in Svizzera in cui sono impiegati i cani da protezione delle greggi».
Il problema del lupo torna periodicamente d'attualità. Ritenete che la via dei cani da protezione sia quella giusta?
«L’impiego dei cani da protezione è una delle misure riconosciute e sostenute dalla Confederazione per proteggere le greggi. Così come lo sono i recinti elettrificati. Il Cantone non prevede una strategia di promozione di questi cani diversa da quella federale. Il loro impiego è una scelta esclusivamente degli allevatori».
Attualmente in Svizzera ci sono circa 200 cani da protezione impiegati in circa 90 alpeggi. I numeri in Ticino non raggiungono nemmeno le dieci unità. Gli agricoltori non sono interessati?
«L’interesse è ancora basso, ma molto dipenderà dall’evoluzione del numero di lupi presenti sul territorio. In Ticino attualmente solo cinque alpeggi impiegano dei cani da protezione delle greggi. Per l’allevatore, l’impiego dei cani va ben oltre la semplice protezione dei suoi animali».
Cosa significa?
«Dedicare loro molto tempo, specialmente all’inizio. La fase di integrazione in azienda è fondamentale e l’allevatore deve essere molto presente. Oltre al lavoro aggiuntivo vi sono anche costi, problemi e preoccupazioni in più. Non sempre tutto funziona da subito. Senza contare i disagi che potrebbero crearsi con il vicinato o con gli escursionisti. L’allevatore deve pertanto ben ponderare tutti questi fattori e decidere se è disposto a impegnarsi a fondo con i cani».
C’è un altro ostacolo per gli agricoltori. La burocrazia.
«Gli allevatori possono decidere individualmente se richiedere un cane da protezione delle greggi. Questi cani devono rispettare diversi criteri. La procedura per ottenerli è lunga. Inoltre l’agricoltore riceve i cani da protezione delle greggi solamente se la situazione aziendale viene giudicata idonea dopo i sopralluoghi in azienda di diversi specialisti».