Il Tribunale federale ha respinto la richiesta di congedo dell'uomo, che sta scontando una condanna a vita.
Il 25 marzo 2010 aveva soffocato la moglie incinta nella loro casa di Obino.
LOSANNA - Le porte del carcere per il famigerato assassino di Obino restano chiuse. Il Tribunale federale ha infatti respinto la richiesta di congedo (breve permesso per uscire dal carcere) dell'uomo che sta scontando una condanna a vita per aver ucciso la moglie nella loro casa di Obino (Castel San Pietro) il 25 marzo 2010.
Per i giudici di Mon Repos, che hanno pure bocciato il trasferimento dell'assassino in una sezione aperta del carcere, esiste infatti «sia un rischio di fuga» sia un «pericolo di recidiva». Il detenuto, secondo la sentenza, potrebbe infatti scappare in Italia, «Paese di cui è anche cittadino e in cui mantiene legami familiari e migliori prospettive di reinserimento professionali».
Delitto efferato - I fatti avvenuti quella sera di ormai undici anni fa avevano scosso il Ticino. Il delitto fu infatti tra i più raccapriccianti mai avvenuti nel nostro cantone, soprattutto per le motivazioni «egoistiche» che spinsero l'uomo a somministrare dapprima una forte dose di sonnifero alla moglie incinta (di quattro mesi) per poi soffocarla.
La Corte delle Assise criminali di Lugano che il 24 novembre di quello stesso anno sentenziò l'ergastolo per i reati di assassinio e d'interruzione punibile della gravidanza giustificò questa scelta con «l'efferatezza» del delitto commesso dal marito che ha agito «in modo egoistico e cruento».