Da inizio anno ben 271 ditte ticinesi hanno dovuto chiudere i battenti.
In controtendenza il dato svizzero: i fallimenti sono infatti lievemente diminuiti rispetto allo stesso periodo del 2020.
BERNA - I fallimenti aziendali sono lievemente diminuiti in Svizzera nel primo semestre, ma sono aumentati sensibilmente in Ticino: lo indicano i dati pubblicati oggi dalla società d'informazioni economiche Bisnode D&B, che mette anche in luce come prosegua il boom sul fronte delle nascite di nuove imprese.
Nel periodo gennaio-giugno le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 1'919 a livello elvetico, l'1% in meno dello stesso periodo del 2020. Il Ticino si muove però in contro tendenza, facendo segnare un +7% che viene superato solo da alcune regioni come Vaud (+9%), Argovia (+12%), Friburgo (+21%) e altri cantoni più piccoli. I poli economici del paese come Zurigo (-5%), Ginevra (-21%), Basilea (-26%) e Berna (-2%) mettono tutti a referto un calo. In questo gruppo si inseriscono anche i Grigioni (-17%, 24 casi).
Ai fallimenti per insolvenza vanno poi aggiunti quelli per lacune nell'organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni): il numero complessivo nei primi sei mesi sale così a 2'922 (dato percentualmente invariato rispetto alla prima parte del 2020) a livello svizzero, a 271 in Ticino (+3%) e a 34 nei Grigioni (-23%).
Se diverse aziende devono chiudere, moltissime aprono i battenti e stando agli specialisti di Bisnode D&B il 2021 si appresta a diventare un anno record in questo campo: le nuove iscrizioni nella Confederazione sono state 26'382 nei primi sei mesi, valore da primato e in progressione del 20% su base annua. Ancora più marcato (+26%) è il balzo del Ticino, che vede 1194 nuove realtà d'impresa, mentre i Grigioni (+16% a 577) si situano un po' sotto la media nazionale. Fra i cantoni che mostrano tassi d'incremento assai elevati possono essere menzionati Zugo (+40%), Sciaffusa (63%) e Berna (+30%).
Le nuove imprese nascono soprattutto in settori quali la consulenza alle imprese (+22% a 2'652), i servizi alle imprese (+8% a 2589) il commercio (+40% a 2320), i servizi di artigiani (+8% a 2'045), la ristorazione (+13% a 1'697), l'amministrazione degli immobili (+52% a 1'621) e l'informatica (+25% a 1'386).