Le strutture sportive a Chiasso, ma in generale quelle del Mendrisiotto, sono vecchie oppure mancano.
Campi sintetici, palestre, una piscina olimpionica coperta. Un problema che si trascina da anni e che con un nuovo Ente potrebbe finalmente trovare una soluzione (condivisa). Il presidente Davide Lurati: «Inutile che ognuno pensi solo a se stesso. Con un approccio regionale si aprono più porte».
CHIASSO - Un Palapenz che sente tutto il peso dei suoi anni e che è oggetto di un’importante ristrutturazione. Uno stand di tiro, quello della Rovagina, completamente da rinnovare. Una pista di atletica che perde pezzi, costringendo diversi fruitori a trasferirsi in quella di Mendrisio (comunque poco adeguata). Mettiamoci pure il guasto alla pista di ghiaccio che ha (temporaneamente) messo in ginocchio i locali club di hockey, curling e pattinaggio. Chiasso è da tempo confrontata con la vetustà dei suoi impianti sportivi, tanto che la gestione del risanamento delle strutture della cittadina è stata più volte criticata.
Vecchie sì, ma non gestite male - «In effetti le infrastrutture sportive comunali sono praticamente tutte datate anni ‘60, ‘70 e ‘80. Quindi, come tutte le cose che raggiungono una certa età, vanno sistemate, cosa che faremo. Ma parlare di mala gestione è sbagliato», spiega il Capo dicastero sport Davide Lurati. Per quanto riguarda la pista di atletica, l’ostacolo principale è in ogni caso la presenza del Pozzo Prà Tiro: «Gli esperti ci hanno detto che è troppo pericoloso procedere con i lavori perché si rischia di inquinare la falda. Dunque chi si prende questa responsabilità? Tuttavia una soluzione andrà trovata».
Seguire l'esempio di Lugano - Ma se Chiasso piange, il resto del Mendrisiotto non può certo sorridere. E non solo perché le strutture chiassesi vengono usate anche da tutti i residenti della regione. Se un po’ più a nord l’ultimo scoglio per la costruzione di un polo sportivo è stato superato, a sud del ponte diga gli impianti di questo tipo latitano. Basti pensare che in tutta la regione non esiste nemmeno un campo da calcio in terreno sintetico (eccetto il “campetto” in zona Nebian a Castel San Pietro).
Mancano i campi sintetici, ma non solo - Una mancanza che costringe le molte squadre presenti sul territorio - solo quelle di attivi sono 17, prendendo in considerazione tutte le leghe - ad annullare frequentemente allenamenti e partite. O a ricorrere a metodi alternativi quando i campi sono impraticabili, ad esempio recandosi oltreconfine (con tutti i costi che queste trasferte comportano). Per quanto riguarda Chiasso, si potrebbe pensare a sostituire uno dei due campi posti dietro la tribuna dello stadio, quello del Crocione o quello di Seseglio. «Sono tutte delle possibilità ed effettivamente questo bisogno c’è. Così come nella regione mancano delle palestre (doppie o triple) e una piscina olimpionica coperta», conferma Lurati.
Un problema (del) comune. No, regionale - Proprio a causa di questo “vuoto”, ma anche per meglio ripartire gli oneri legati alle varie strutture sportive, è nato di recente l’Ente regionale per lo sport del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Un nuovo tavolo di lavoro che permetterà ai comuni della regione «di approfondire, sviluppare e organizzare temi legati allo sport ed infrastrutture sportive regionali». «Essere riusciti a creare questo Ente è certamente una vittoria, perché si potrà coordinare tutto ciò che ruota attorno allo sport a livello regionale, costi compresi», si felicita Lurati, che dell’organismo è il presidente.
C'è chi (per ora) dice no - C’è tuttavia anche chi ha deciso di non aderire, almeno per ora, al progetto. È il caso dei "periferici” comuni di Melano (che però scomparirà con la nascita di Val Mara) e Brusino, ma soprattutto di Balerna, che al contrario si trova nel bel mezzo del distretto. «Spero ci ripensino e salgano anche loro sul treno», conclude Lurati.