Un 57enne del Luganese in rotta di collisione con il Decs. Ora rischia una multa
I "no mask" organizzano la scuola a domicilio. «Farà i compiti con altri bambini. Senza mascherina». Le ragioni del rifiuto: «Troppe rassicurazioni sbagliate, non mi fido»
LUGANO - A sua figlia di sette anni ha detto che «per un po'» non vedrà i compagni di classe. «Non è stato facile, e spero che duri il meno possibile». Tra i disobbedienti della scuola c'è anche un 57enne del Luganese, che a tio.ch/20minuti racconta perché ieri ha tenuto la figlia a casa.
L'uomo si dice «preoccupato» per le possibili conseguenze della mascherina sulla salute dei bambini, nonostante le rassicurazioni del Consiglio di Stato e delle autorità sanitarie. «Hanno sbagliato tante volte dall'inizio della pandemia» afferma. «Non mi fido più».
La decisione del governo d'introdurre l'obbligo di mascherina dalla prima elementare ha suscitato non poche polemiche, settimana scorsa. Sabato si è tenuta una manifestazione fuori da Palazzo delle Orsoline, e ieri al rientro dalle vacanze non sono mancati i problemi.
I genitori "disobbedienti" sono «una minoranza» secondo il Decs. «Tanti e comunque liberi di scegliere» secondo l'associazione Amici della Costituzione, che ieri ha rilanciato un appello a «rispettare le scelte delle famiglie». Fatto sta che la legge sulla scuola prevede l'obbligo di presenza e - a differenza di altri cantoni - non è concessa la possibilità dell'insegnamento a casa (home-schooling) salvo per motivi gravi.
Il 57enne ha provato a chiedere un'eccezione alla scuola della figlia, ma senza successo. «Mi rivolgerò al Decs. In fondo non vedo che problema c'è, se mia figlia passa qualche settimana a casa. Non credo che la sua istruzione ne risentirà molto». Secondo il papà "scettico" l'obbligo della mascherina alle elementari «durerà al massimo un mese, un mese e mezzo» e nel frattempo si dice «pronto a collaborare con la scuola, andando ogni sera a farmi consegnare i compiti dalla docente».
Per non far sentire sola la figlia si è organizzato con altri genitori dissenzienti, spiega. «Farà i compiti con altri bambini. Certo non è come avere un insegnante, ma non sarà per sempre». Il rischio d'incorrere in una sanzione amministrativa - di competenza comunale - lo preoccupa ma non lo ferma. «Non voglio fare battaglia alle istituzioni, ma ho il diritto di avere dei dubbi» dice. Il parere della piccola? «Le ho fatto provare una mascherina e mi ha detto che faceva fatica a respirare». Tanto è bastato.