Diversi ticinesi sono scesi in piazza per ricordare «il prezzo altissimo» pagato dai più giovani durante questa pandemia
Gli organizzatori: «Bambini e giovani, pur non essendo una categoria a rischio, si sono ritrovati ad affrontare una serie di misure nettamente contrarie a uno sviluppo psico-fisico armonioso».
BELLINZONA - «Marciamo per i diritti dei bambini e per evidenziare i maltrattamenti istituzionali a loro inflitti». È con questo slogan che oggi circa trecento ticinesi sono scesi in piazza a Bellinzona per partecipare a una Marcia Bianca per la tutela dell'infanzia. Una marcia alla cui testa vi erano due piccole bare bianche. «I bambini non sono cavie», il coro dei promotori, che hanno pure attaccato le autorità cantonali e federali.
Il triangolo del dissenso - Tenutasi oggi anche in altre città elvetiche, la marcia - sostenuta e organizzata da diversi gruppi tra i quali troviamo gli Amici della Costituzione, l'associazione GenitoriInformaTI e la Fondazione Archè - ha avuto come punti di partenza due scuole medie: quella di Giubiasco e la media 2 di Bellinzona. Da qui i due cortei hanno raggiunto il terzo vertice del triangolo, fissato in Piazza della Foca.
«Prezzo altissimo» - Davanti a Palazzo delle Orsoline gli oratori - tra i quali vi era anche il discusso dottor Roberto Ostinelli - hanno ricordato alle istituzioni «il prezzo altissimo» pagato da giovani e bambini durante questi due anni di pandemia. Sono poi state posate due bare bianche davanti alla Foca di Remo Rossi. «I bambini e gli adolescenti hanno pagato un prezzo altissimo che ha coinvolto tutti gli aspetti della loro vita, psichica, affettiva, sociale e fisica», ricordano i promotori.
Misure «scellerate» - Una problematica questa, che era già emersa da un rapporto di Pro Juventute secondo il quale i giovani svizzeri hanno pensieri suicidi sempre più ricorrenti. «Bambini e giovani, pur non essendo una categoria a rischio, si sono ritrovati ad affrontare una serie di misure nettamente contrarie a uno sviluppo psico-fisico armonioso e consono a chi sta compiendo un processo evolutivo fondamentale per il suo futuro», hanno ammonito i dimostranti. Un'accusa, quella di aver dimenticato i giovani durante la pandemia, rivolta principalmente al Ministro della Salute Alain Berset che proprio quest'ultimo oggi ha rispedito al mittente.
Al paradosso - Gli organizzatori dell'evento - che già qualche settimana si erano schierati contro la decisione del Governo di rendere obbligatoria la mascherina alle scuole elementari - hanno infine lanciato un ulteriore grido d'allarme nei confronti di una società nella quale non si riconoscono più. «Fino al 2019 gli adulti proteggevano i bambini, ma in questi ultimi due anni si é arrivati al paradosso che i bambini devono proteggere gli adulti. Che futuro potrà mai avere una società che pretende di essere difesa dai bambini?».