La rilevazione del barometro del Centro di ricerca del Politecnico di Zurigo ha sollevato un polverone tra i negozianti
Tanti coloro che criticano la visione eccessivamente ottimista: «In 20 anni mai vista la Città così vuota». La presidente di Federcommercio: «Sono soprattutto i piccoli a soffrire»
LUGANO - I commercianti sorridono? Non tutti a quanto pare. Le reazioni all'ultima rilevazione del Kof non sono state delle più entusiastiche. Nell'arco della mattinata, in redazione sono andate moltiplicandosi le testimonianze di chi si è detto addirittura «scioccato» per quella che viene considerata una «statistica non corrispondente alla realtà».
Dando spazio a queste percezioni soggettive, lasciamo parlare Micaela Zambelli, la nota "signora degli anelli", portavoce di Via Cattedrale/Salita Chiattone. «Mi domando su che basi si possa parlare di un periodo positivo», esordisce.
Dalla sua postazione il panorama sarebbe infatti ben più triste: «Non posso dire che la situazione sia drammatica, ma poco ci manca - sottolinea -. Gennaio è stato traumatico per tutti. Se si pensa che lavoravano in presenza solo il 20% degli uffici si può immaginare quanto fosse deserta la Città. E difatti molti commercianti sono a rischio collasso. C'è da piangere», spiega.
L'abbandono dell'obbligatorietà del telelavoro, per la "signora degli anelli", non sembra aver capovolto la situazione: «Continua ad essere sempre tutto tranquillo, troppo. Tante banche e uffici stanno lavorando ancora su turni, speriamo che vada meglio da marzo». «Una cosa è certa - conclude la commerciante - in 20 anni di attività una città così vuota non l'avevo mai vita».
«Per i piccoli va tutt'altro che bene» - La presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga riconosce le difficoltà di alcuni commercianti, soprattutto quelli più piccoli: «Se è vero che dicembre si è confermato il mese più importante dell'anno dal punto di vista delle entrate, si è però registrato un calo di frequenza nei negozi e nelle città con una relativa diminuzione del fatturato», spiega.
Quindi sottolinea l'impossibilità di mettere sullo stesso piano regioni così diverse l'una dall'altra: «Abbiamo zone più frequentate di altre e non solo dal cittadino abituale, ma anche dal turista. Bellinzona non è Mendrisio, ma nemmeno Locarno». «La verità è - prosegue - che l'ultimo anno è stato veramente faticoso. Barcamenarsi tra varianti, chiusure ventilate che non sono avvenute e la paura di frequentare i negozi non è stato facile. Poi è arrivato anche il telelavoro. Tutte "piccole" cose che messe assieme hanno creato una situazione difficile. Insomma, stare in piedi è tutt'altro che semplice».
A tutto questo va sommato anche l'aumento dei prezzi: «Stiamo iniziando a ricevere la merce con rincari del 5 se non addirittura dal 10%. Sostenere che il piccolo commercio vada bene è un azzardo».
L'augurio, per Sommaruga, è che i prossimi mesi possano aggiustare il tiro: «Speriamo tutti che con la prossima stagione si possa tornare a respirare. Il 19 marzo, la festa del papà, tutti potranno rimanere aperti. Piccole agevolazioni, queste, che ci permettono di lavorare meglio. Speriamo bene».