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CANTONEL'incarico affidato a chi ha indagato su molestie e mobbing alla RSI

18.03.22 - 18:55
I casi sono ormai prescritti, ma il vertice dell'associazione afferma di volere vederci chiaro
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L'incarico affidato a chi ha indagato su molestie e mobbing alla RSI
I casi sono ormai prescritti, ma il vertice dell'associazione afferma di volere vederci chiaro
Nella comunicazione ai soci il Comitato e la Direzione parlano di «un caso di molestia verbale, chiuso a soddisfazione della persona coinvolta». La reazione di uno dei soci: «Nessuno voleva portare un vecchio a processo, ma solo far sapere cosa era successo»

TENERO - Nessuna inchiesta penale (perché le presunte molestie dentro Unitas sarebbero comunque prescritte), ma «un’inchiesta interna» affidata all’avvocato Raffaella Martinelli Peter. «Una figura professionale indipendente» tengono a sottolineare il Comitato e la Direzione dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, nel darne notizia per iscritto ai propri soci. Una scelta, quella di Martinelli Peter, non casuale. Visto che la stessa ha coordinato le indagini sui casi di molestie e mobbing alla RSI. «I dettagli e le modalità - viene precisato - verranno comunicati non appena definiti».

«Non eravamo al corrente» - Dopo la risposta a caldo del presidente Mario Vicari a Tio/20Minuti, la «solidarietà alle persone coinvolte» espressa dallo stesso alla Regione e le dichiarazioni del membro di Comitato Dante Balbo alla RSI, è la prima volta che il vertice di Unitas commenta ufficialmente la vicenda. Punti salienti dello scritto, oltre all’annuncio dell’inchiesta interna e al «profondo rincrescimento», sono le dichiarazioni su quanto il vertice sapeva delle presunte molestie ai danni di diverse donne da parte di una figura di spicco della stessa Unitas. Poco, se ne dovrebbe dedurre dallo scritto di Unitas: «Fino alla pubblicazione dei suddetti contributi (le rivelazioni dei media, ndr), come associazione non eravamo al corrente degli “accertamenti di polizia” citati dagli stessi». E ancora: «Possiamo confermarvi che sul tavolo del Comitato non sono arrivate segnalazioni di casi di mobbing».

«Una molestia verbale» - Il Comitato e la direzione limitano la loro conoscenza a tre casi: «Un caso di molestia verbale è stato trattato nel dicembre 2019 con la consulenza di un legale, ed è stato chiuso a soddisfazione della persona coinvolta». E ancora: «Per gli altri due casi, di cui il Comitato e la Direzione sono venuti successivamente a conoscenza diretta, si trattava di molestie verbali o toccamenti per i quali le persone interessate non hanno voluto che procedessimo oltre». 

Far chiarezza - Tre soli casi noti al Comitato e alla Direzione, che si aggiungono alle diverse segnalazioni che i media hanno potuto raccogliere su episodi protrattisi su più anni: «In relazione alle informazioni contenute nei contributi mediatici, che sembrano far emergere una portata più ampia dei comportamenti inappropriati attribuiti ad un membro di Unitas, il Comitato e la direzione sono sicuramente a disposizione per fornire alle persone che fino ad ora non hanno voluto o potuto esprimersi un’occasione per essere ascoltate e sostenute».

La reazione - Da qui la promozione di un’inchiesta interna (che, aggiungiamo noi, dovrà sentirsi libera anche di indagare su chi, eventualmente, sapeva, e ha taciuto). «Nessuno voleva portare un vecchio a processo, ma solo far sapere cosa era successo», è il commento che abbiamo raccolto da chi ha contribuito a scoperchiare la vicenda. 

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