Secondo un recente studio, è la seconda città più rumorosa della Svizzera
LUGANO - Pavimentazione fonoassorbente e nuove zone a trenta chilometri orari. Sono questi gli strumenti con cui anche a Lugano si combatte contro il rumore prodotto dal traffico veicolare. Sì, perché - lo ricordiamo - secondo un recente studio della Banca cantonale zurighese, Lugano è la seconda città più rumorosa della Svizzera (dopo Ginevra).
«Per quanto riguarda il traffico - scrive l'Esecutivo comunale in risposta a un'interrogazione sul tema presentata dal consigliere comunale Lorenzo Pianezzi (PPD) - il rumore può essere ridotto con misure quali la posa di asfalto fonoassorbente, l'uso di gomme silenziose, la riduzione della velocità, la mobilità elettrica nelle città e uno stile di guida adeguato». Se tutte queste misure fossero combinate e applicate in modo generalizzato, «la maggior parte della popolazione potrebbe essere protetta dal rumore stradale dannoso o molesto».
Nel frattempo, il Cantone sta eseguendo sul territorio del Luganese la posa di pavimentazione fonoassorbente sulle strade cantonali, sulla base di uno studio che ha censito gran parte degli assi viari sul territorio dal profilo dell'inquinamento fonico. Uno studio che è stato fatto proprio anche dai servizi cittadini, che hanno introdotto le pavimentazioni fonoassorbenti per i cantieri in corso e quelli futuri (ad esempio la via Adamini a Loreto, dove nel corso dell'estate 2022 sarà posato l'ultimo strato).
E attualmente la Città sta anche conducendo uno studio per l'introduzione di nuove zone 30. Nel focus ci sono in particolare le aree cittadine che per le loro caratteristiche residenziali o la presenza di punti di interesse (scuole, parchi eccetera) devono essere oggetto di un'analisi al fine di renderle più sicure.
Recentemente la Città ha inoltre aderito al progetto cantonale che prevede la posa di “rumorometri” sul territorio. Si tratta di dispositivi che consentono di disporre di dati statistici più concreti sui rumori generati dal traffico veicolare. Le autorità comunali stanno anche pensando di dotarsi di un proprio “rumorometro”.