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CANTONEArti visive e musica, assegnate cinque borse

13.06.22 - 14:28
Ogni borsa è dotata di un totale di 15mila franchi
Depositphotos (foto d'archivio)
Arti visive e musica, assegnate cinque borse
Ogni borsa è dotata di un totale di 15mila franchi

BELLINZONA - Il Cantone ha assegnato cinque borse di creazione, dotate di 15mila ciascuna, a cinque progetti nei settori delle arti visive e della musica.

Il bando era stato pubblicato sul Foglio ufficiale lo scorso 18 marzo. Le selezioni si sono invece concluse nei giorni scorsi. E la giuria, si legge in un comunicato, si è detta «più che positivamente» sorpresa dalla qualità dei dossier, in particolare per quanto attiene al settore musicale, evidenziando «il rammarico di non aver potuto premiare altri progetti che pure presentavano una solida qualità artistica».

Per le arti visive «si è invece avuto un numero minore di candidature e meno pertinenti con i criteri del bando» e quindi «la commissione ha posto particolare attenzione, quale requisito essenziale, accanto alla solidità della qualità artistica, il percorso di creazione, premiando lo spirito di una originale progettualità».

I progetti premiati sono i seguenti: "Peter Kernel" (Aris Bassetti); "Stone Leaf, Seismos" (Pietro Luca Congedo) e "The Pussywarmers & Réka, Palme" (Simone Bernardoni) per il settore musicale. "Renata" (Aline d'Auria) e "Contrabbando" (Stephen Kelly) per le arti visive.

I progetti selezionati nel dettaglio

    • Aris Bassetti – Peter Kernel
      La scoperta quasi fortuita del potenziale che il dialetto ticinese rappresenta nell’ambito del rock alternativo internazionale, ha portato il gruppo Peter Kernel a concepire un progetto di un intero nuovo repertorio che adotti il dialetto come propria parte integrante e fondante. Una scommessa creativa dal forte potenziale identitario regionale, ma anche espressivo e comunicativo in un contesto globale.

    • Pietro Luca Congedo – Stone Leaf, Seismos
      Percussionista dal percorso personale e quasi unico – tra la musica classica contemporanea e l’elettronica da club – Luca Congedo ha convinto con l’idea di progetto Seismos: una nuova opera che unisce questi due poli (apparentemente antitetici) in una creazione in cui l’umano e il meccanico sembrano sia sfidarsi sia collaborare verso una sintesi superiore.

    • Simone Bernardoni – The Pussywarmers & Réka, Palme
      «Può Lugano essere considerata, a tutti gli effetti, una bella città?». Partendo da questo interrogativo – all’apparenza assai poco sonoro – la band The Pussywarmers & Réka sceglie di esplorare la propria città, registrandone il respiro e i rumori per ricomporli in un risultato musicale sospeso tra la solidità della forma canzone e la fluidità della fruizione installativa. Palme è il titolo del progetto che, negli intenti, vuole spingersi oltre la ricerca puramente musicale.

    • Aline d’Auria, Renata
      Il progetto Renata è costruito sulla riflessione effettuata dall’artista su situazioni di disagio e di fragilità dell’individuo. Il lavoro intende indagare, in un contesto di malattia psichica, l’interazione tra medico e paziente scrutata attraverso il linguaggio non verbale che intercorre fra i due. Usufruendo della videocamera l’autrice visualizza, e successivamente installa, in chiave artistico-poetica, sentimenti e pensieri dei protagonisti, che grazie al filtro della creazione artistica vengono a parlare di una dimensione più universale dell’essere umano e la sua sfera interiore.

    • Stephen Kelly, Contrabbando
      Il progetto Contrabbando, volto a riscoprire le vie di un fenomeno che ha marcato storicamente il territorio, è intrigante, tanto più in quanto, come nello specifico, diviene spunto di operazione artistica, e successivamente di installazione. È risultata convincente l’opzione di una visione colta “dall’esterno”, condotta attraverso immagine fotografica e indagine d’archivio, da parte di un artista nato in Inghilterra da tempo residente in Ticino. Le qualità di rappresentazione del candidato dimostrano una forte quanto delicata valenza poetica che dona alla rivisitazione storica un’originale dimensione artistica. La via del contrabbando, soglia invisibile del confine nei percorsi montani, diventa metafora dell’esistenza messa a confronto con il tempo e l’estraneo fuori e dentro di sé.

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