Il medico Stefano Gilardi, il meteorologo Luca Nisi e il parlamentare Claudio Isabella ospiti di Piazza Ticino.
Le categorie più a rischio sono quelle rappresentate dalle persone anziani o sole, che rischiano di spegnersi nel sonno per la disidratazione. L'appello ai vicini di casa.
LOCARNO - «Sì che si può morire di caldo. E le persone anziane e sole sono quelle più a rischio». Stefano Gilardi, medico, dermatologo e presidente dell'ALVAD, specializzata in cure a domicilio, ne è certo. Quanto ipotizzato da una ricercatrice bernese, con centinaia di persone che nel corso dell'estate potrebbero morire di caldo, non è fantascienza. Il medico lo spiega bene su Piazza Ticino. «Le persone anziane si possono spegnere a domicilio, disidratate. Il passaggio dalla mancanza di liquidi alla disidratazione irreversibile è lento e non percettibile dall'anziano. Alcuni non sentono più lo stimolo di bere. E quindi si addormentano, si spengono sulla poltrona o sul letto. È già da alcuni anni, dopo alcuni decessi, che facciamo prevenzione in tal senso».
Notti tropicali – Il problema della canicola persistente inizia davvero a farsi serio in tutta la Svizzera italiana (e non solo). Le temperature non scendono. Neanche di notte. «È stato il dettaglio che ha fatto scattare il passaggio dal grado di allerta 3 al grado 4 – precisa Luca Nisi, specialista di Meteo Svizzera –. Abbiamo avuto una serie di notti con una certa copertura nuvolosa che impedisce all'aria di raffreddarsi. Accade come se di giorno scaldassimo una pentola di minestra e di notte ci mettessimo un coperchio sopra. La siccità generalizzata incentiva ulteriormente le temperature elevate. Stiamo entrando nella fase clou di questo periodo».
Cantieri torridi – Ospite di Piazza Ticino anche il parlamentare e sindacalista Claudio Isabella. Di recente ha chiesto alle autorità più protezione per i lavoratori. Soprattutto per chi opera nel ramo dell'edilizia. «Ci sono persone che lavorano tutto il giorno sotto la stecca del sole. Ultimamente ci sono stati anche malori. È una situazione non produttiva anche per le aziende. L'idea è che i Comuni diano la possibilità ai cantieri di essere operativi nelle ore meno calde del giorno. La politica però ha i suoi tempi. Si tratta perlomeno di legiferare in ottica futura».
Cosa sta cambiando – «Le temperature massime superiori ai 30 gradi a Locarno erano una rarità fino agli anni '80 – riprende Nisi –. Ora le raggiungiamo almeno 30 o 40 giorni all'anno. I periodi canicolari adesso rappresentano una realtà. E non dimentichiamoci che la fascia oraria più calda non è quella di mezzogiorno. Lì è il momento in cui il sole picchia più forte. Ma l'aria si scalda ora dopo ora, raggiungendo il punto più caldo attorno alle quattro del pomeriggio. Non è solo la temperatura globale a innalzarsi. Si comincia a intravedere anche un cambio della circolazione atmosferica. Si sente sempre più spesso parlare di anticiclone africano. Ed è preoccupante. È qualcosa di nuovo che porterà ondate di caldo anche nelle prossime estati».
«Rinfrescatevi più volte al giorno» – Secondo Gilardi il problema di salute pubblica è evidente. «Bisogna adattare le nostre abitudini quotidiane. La pelle è lo strumento che, tramite il sudore, ci permette di raffreddarci. Emettiamo acqua. Abbiamo dunque bisogno di una pelle che funzioni bene. Come fare? La parola d'ordine è rinfrescarsi più volte al giorno. Non serve a nulla fare bagni prolungati».
«Bussate a quella porta» – Anche l'idratazione è fondamentale. E il medico torna alle categorie più deboli. «L'appello è ai vicini di casa. Andare a bussare la porta del vicino ogni tanto è qualcosa di nobile. Per poi magari bere qualcosa insieme. Sarebbe anche auspicabile stimolare la persona sola a bere, ricordandoglielo a più riprese. Se possibile anche accompagnarla in una passeggiata nelle ore meno torride».