Il padre avrebbe sparato al figlio domenica mattina ad Agno. Ma perché il fatto è avvenuto così lontano da casa?
Intanto nel Comune di Valmara c'è stupore. Il segretario comunale: «Non ci era stati segnalati disagi in merito a queste due persone». Eppure c'è chi parla di liti frequenti.
ROVIO - Una ventina di chilometri. Circa 25 minuti di auto. È la distanza che separa Rovio da Agno. Il primo è il luogo di residenza del 49enne che domenica mattina avrebbe sparato al figlio 22enne, ferendolo gravemente. Il secondo è il posto in cui si è svolto il fatto di sangue. Su cosa ci facessero padre e figlio alle dieci di domenica mattina nella zona tra la stazione ferroviaria di Agno e Via Aeroporto grava ancora un grosso punto interrogativo.
Una storia di droga? – Sullo sfondo della vicenda potrebbe esserci il tema della droga. Cosa avrebbe scatenato il gesto del padre, arrestato già domenica in giornata e accusato di tentato assassinio, subordinatamente tentato omicidio e infrazione della legge federale sulle armi? Una risposta a questa domanda ancora non c'è. Il 49enne agli inquirenti avrebbe detto che i due colpi usciti da un fucile a canne mozze nei pressi della stazione di Agno sarebbero partiti in maniera accidentale.
Lo scooter – Un testimone, lo stesso che avrebbe dato l'allarme, afferma che domenica mattina in Via Aeroporto, dove nel frattempo si era spostato il ferito, è stato avvistato anche uno scooter. Il conducente si sarebbe rivolto al 22enne ferito chiamandolo per nome. La reazione del giovane, che si stava facendo portare in ospedale da una donna, sarebbe stata piuttosto rabbiosa. Lo stesso scooter, riferisce il "Cdt", sarebbe poi stato ritrovato presso il domicilio dei due protagonisti della vicenda, a Rovio. A guidarlo sarebbe stato proprio il 49enne, padre della vittima.
Sorpresa – Con Maroggia e Melano, Rovio da qualche mese fa parte del Comune di Valmara. Il segretario comunale, interpellato da Tio/20Minuti, ammette: «La notizia l'abbiamo appresa con stupore. Non ce l'aspettavamo una cosa del genere».
Il disagio – Secondo alcuni, padre e figlio sarebbero già conosciuti dalle forze dell'ordine. Al segretario comunale non risultano però segnalazioni in merito. Possibile che nessuno nelle settimane precedenti il dramma non sia riuscito a captare il disagio tra il 49enne e il ragazzo? «Siamo freschi di fusione. Ci sono casi di disagio che ci vengono segnalati. Ma non abbiamo mai ricevuto alcuna chiamata in merito a queste due persone. Il territorio del nuovo Comune, non dimentichiamolo, è ampio».
Un posto tranquillo – E allora Tio/20Minuti ha cercato informazioni presso chi il nucleo di Rovio lo vive un po' di più. «Conosco padre e figlio di vista – dice un abitante del posto –. Due persone riservate. Non partecipavano alla vita della comunità. Anche se era da diversi anni che abitavano qui. La gente li vedeva passare per strada, ma sapeva poco di loro. D'altra parte Rovio è sempre stato un posto tranquillo».
Liti frequenti – Un'altra persona però racconta a "La Regione" di essere a conoscenza di liti frequenti tra padre e figlio. Tanto che il 22enne spesso alloggiava da amici. Potrebbe essere accaduto anche nella notte tra sabato e domenica. E proprio per questo il fatto di sangue si è verificato tanto lontano da casa. Nel frattempo le condizioni della vittima, stando a un ultimo aggiornamento, sarebbero in fase di miglioramento.