La campagna di misurazione dei ghiacciai ticinesi ha confermato i timori
BELLINZONA - L’arretramento medio dei ghiacciai è di 2-3 volte superiore a quanto rilevato negli ultimi anni. Tanto che fra dieci anni potrebbero essere in buona parte scomparsi.
Lo rileva il Dipartimento del territorio, a seguito delle misurazioni annuali compiute dall’ Ufficio dei pericoli naturali degli incendi e dei progetti. Gli esami hanno interessato i ghiacciai Basòdino, Valleggia, Bresciana (Adula), Corno, Tencia (Croslina) e Cavagnoli.
La campagna di misurazione dei ghiacciai ticinesi, svoltasi tra la fine di agosto e l’inizio del mese di settembre ha confermato le previsioni e le preoccupazioni emerse già durante la scorsa primavera: la combinazione di un inverno con precipitazioni nevose molto scarse e un prolungato periodo estivo con temperature elevate e isoterma di zero gradi ad alte quote ha favorito un’importante accelerazione della fusione dei ghiacciai ticinesi.
Dalle analisi emergono i seguenti arretramenti: Basòdino 29 metri, Valleggia 29 metri, Bresciana (Adula) 18,5 metri, Corno 16 metri, Tencia (Croslina) 15 metri.
Il ghiacciaio del Cavagnoli sembra essere il prossimo destinato a scomparire completamente. Nel solo periodo tra il 2021 e il 2022 è arretrato di quasi 300 metri lasciando dietro di sé rocce, detriti e qualche isolata placca di ghiaccio staccatasi dal resto del ghiacciaio.
Quanto ai ghiacciai in cui è stata misurata la perdita di spessore, si registrano valori mediamente raddoppiati rispetto alle medie pluriennali degli scorsi anni. In particolare, al ghiacciaio Valleggia si è rilevata una perdita di spessore tra i 4,5 e i 5 metri (contro i 2 – 2,5 metri del periodo precedente).
Sulla scorta dei dati raccolti nel 2022, e qualora si dovessero prefigurare nuovamente delle stagioni particolarmente sfavorevoli come quella estiva del 2022, si stima che, inevitabilmente, nei prossimi 5-10 anni i ghiacciai su territorio ticinese saranno in buona parte scomparsi.
Analisi dati ghiacciaio del Basòdino
Il ghiacciaio del Basòdino negli ultimi 15 anni ha perso mediamente 70 - 80 centimetri di spessore all’anno. Il suo spessore medio, che nel 2005 era di circa 27 metri, si è ridotto a circa 15 metri nel 2022. Qualora la tendenza in atto (condizioni climatiche e meteorologiche) dovesse confermarsi, si stima che in 10 - 20 anni si verificherebbe la sparizione totale del ghiacciaio al di sotto dei 3’000 metri sopra il livello del mare, e, in meno di mezzo secolo, la fusione totale della parte più a monte, attualmente spessa circa 30 metri.
Mostra “La memoria dei ghiacciai”
L’esposizione itinerante “La memoria dei ghiacciai” propone al pubblico un’esperienza immersiva nel mondo dei ghiacciai ticinesi. Le fotografie, i documenti e un filmato raccontano la loro evoluzione negli ultimi 130 anni e il prezioso lavoro di misurazione svolto dalla Sezione forestale, dalla fine dell’Ottocento a oggi.
Un’opportunità per avvicinarsi a temi di attualità quali i cambiamenti climatici e il conseguente progressivo scioglimento dei “giganti di ghiaccio” e di discuterne con gli esperti, in occasione delle serate informative organizzate durante le esposizioni:
dall’11 ottobre al 3 novembre 2022 presso il Campus universitario della SUPSI a Mendrisio dove è pure in programma, martedì 25 ottobre alle ore 18.30, una serata pubblica sui ghiacciai del Ticino; dal 24 gennaio al 28 febbraio 2023 nell’atrio della Biblioteca cantonale di Bellinzona, con una serie di momenti informativi e di approfondimento sul tema.