Il Ticino per niente soddisfatto dei piani della Confederazione sulla ferrovia del futuro
BELLINZONA - Come verrà rafforzata l'offerta ferroviaria ticinese? La questione si fa spinosa: i binari su cui la Svizzera sta portando il futuro del trasporto ferroviario non piacciono infatti alle autorità del nostro Cantone.
Lo hanno annunciato oggi in conferenza stampa il Direttore del Dipartimento del territorio (DT), Claudio Zali, e il Direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità, Martino Colombo, spiegando in primis che il Ticino non è d'accordo con l'entità degli investimenti previsti nella rete. Anche perché è per questo motivo che il progetto non prevede il completamento di AlpTransit in Ticino (Lugano-Chiasso) «in un orizzonte temporale ragionevole» e di altri due progetti chiave.
«Tendenzialmente condividiamo le visioni della Confederazione riguardo degli sviluppi futuri della ferrovia», ha affermato oggi Zali, «però abbiamo voluto sottolineare in modo inequivocabile quali sono le richieste del Cantone».
Cosa è urgente fare in Ticino?
A giugno, lanciando il progetto "Ferrovia 2050", la Confederazione ha deciso di rafforzare il trasporto su ferrovia a lungo termine, elaborando una strategia per migliorare innanzitutto le brevi e medie distanze. Secondo questo programma, in Ticino vengono finanziati ad esempio il terzo binario tra Bellinzona e Giubiasco, degli interventi sulla linea delle Centovalli, la rete tram-treno del Luganese e fermate TILO supplementari.
Il Consiglio di Stato, dopo aver analizzato il dossier, ha deciso di prendere posizione: «A titolo generale è condivisa la strategia di puntare su una forte crescita della domanda. L’impostazione volta a limitare gli investimenti nella rete è tuttavia incoerente con questo obiettivo».
Per garantire un trasporto ferroviario di qualità, il Consiglio di Stato ritiene che ci siano tre opere principali che sono necessarie nel nostro Cantone: la Circonvallazione di Bellinzona (dal costo di 1,6 miliardi di franchi), la Gronda Ovest (da Cadenazzo a Luino, 4,5 mia CHF) e il completamento di Alptransit Sud (Lugano-Chiasso, 7,1 mia CHF).
La richiesta è chiara: 100 miliardi di franchi
«Queste tre opere infrastrutturali non devono essere messe in concorrenza fra di loro e le rivendichiamo tutte», ha detto il Presidente del Consiglio di Stato in conferenza stampa. «Per fare questo bisogna essere coerenti: chiediamo alla Confederazione di avere più coraggio nella politica d'investimenti».
Di quanto si parla, concretamente? «Se si vuole puntare sullo sviluppo della Ferrovia svizzera bisogna spendere», ha detto in tal senso Zali, «la somma che riteniamo adeguata è di 100 miliardi, ed è una cifra che non deve spaventare: sono soldi che non vanno investiti in un unico anno, ma che vanno spalmati su un periodo temporale più lungo».
Ricapitolando lo scopo di questo sviluppo a livello ticinese, Zali ha chiarito che l'interesse del Cantone è quello di potenziale ulteriormente il traffico regionale degli agglomerati, riuscendo ad avere «una cadenza di almeno ogni 15 minuti negli orari di punta. È un obiettivo che riteniamo importante per favorire ulteriormente la ferrovia nella sua difficile competizione con il traffico».
«Ci vuole un salto di qualità»
«L’infrastruttura esistente è sovraccarica», ha aggiunto dal canto suo Martino, ricordando i frequenti ritardi. «Le infrastrutture non tengono il passo con la velocità in cui aumenta la domanda di questa mobilità».
Più nel dettaglio, senza il completamento di AlpTransit, «ci sarà la necessità di deviare i treni merci su percorsi meno diretti, con perdite di produttività» ha chiarito l'esperto di mobilità. «Oltre a ciò, aumenterà anche il conflitto tra treni passeggeri e merci, ciò che porta con sé rischi per la stabilità e affidabilità dei servizi».
«Ora Berna sembra dire di voler portare più gente, ma dicendo "investo poco". È un incongruenza molto forte», ha concluso Martino, «aggiustare o qua o là non è sufficiente, ci vuole un salto di qualità».