Gli impianti sciistici ritoccano le tariffe al rialzo, schiacciati dalle spese della crisi energetica.
«Il costo del carburante per i battipista è quasi raddoppiato. Più care anche le patatine», spiega Luca Müller, direttore operativo del comprensorio di Carì.
AIROLO - Mano al portafoglio. Sciare, quest’anno, sarà più costoso in Ticino. E la colpa, ancora una volta, è da imputare alla crisi energetica.
Fino al 10% in più - Agli impianti del Nara le tariffe, sia giornaliere che stagionali, sono aumentate tra l’8 e il 10% rispetto allo scorso anno. «Si tratta di un rincaro inevitabile, e abbiamo fatto il possibile per evitare rialzi maggiori», spiega a Tio/20minuti Matteo Milani, presidente degli Amici del Nara SA.
«Comunque i più economici» - «Al contrario di altre stazioni», tiene comunque a sottolineare Milani, «siamo stati fermi con i prezzi per diversi anni». E «malgrado tutto restiamo la stazione sciistica con i prezzi più competitivi in Ticino».
Gasolio alle stelle, ma non solo - Il rincaro dei prezzi, chiarisce, «è legato principalmente all’incremento del costo del gasolio, perché abbiamo un comprensorio molto grande e il mantenimento delle piste ha un’incidenza importante». A pesare ci sono poi altre spese: «Abbiamo costi maggiori per quanto riguarda le forniture e la logistica. Mentre sulla ristorazione terremo duro e non ci saranno aumenti». L’elettricità, al contrario, al momento non ha alcun impatto: «Abbiamo le tariffe bloccate, ci comunicheranno gli aumenti nel 2023».
Un'entrata a 45 franchi - Anche a Carì l’energia colpisce, e forte. «Abbiamo ritoccato i prezzi con un rialzo tra il 3 e il 5%», dichiara il direttore operativo Luca Müller. Gli adulti spenderanno così 45 franchi per la giornaliera, al posto dei 43 dello scorso anno, i ragazzi 27 al posto di 25 e i bambini 28 invece di 27. «Questi prezzi si riferiscono però all’entrata dalle 9 del mattino», precisa Müller, «mentre dalle 10 il prezzo cala già di due franchi». Nessun aumento, invece, per gli abbonamenti stagionali.
«Il 10% in più anche per le patatine» - A gravare particolarmente sull'attività «è il costo del carburante che viene utilizzato per i battipista, che è quasi raddoppiato», conferma Müller. A questo si aggiunge il riscaldamento dei ristoranti. «Tutti i giorni, poi, cambia qualcosa. Oggi per esempio abbiamo appreso che le patatine fritte ci costeranno il 10% in più».
Variazioni nascoste - Nessun aumento di prezzo verificabile, invece, ad Airolo, che però non applica prezzi fissi. «I nostri prezzi sono dinamici e vengono adattati in base alla meteo, al giorno della settimana scelto per la sciata e all'anticipo con il quale si acquista il biglietto», spiega il direttore Simone Beffa.
Nessun aumento per gli habitué - Fermi alle tariffe dello scorso anno, però, gli abbonamenti stagionali. Ad Airolo, così come a Carì, si utilizza infatti la Leventina Card. «Abbiamo fatto uno sforzo per la nostra clientela più fedele», commenta Beffa.
Le voci di spesa più importanti, anche in Alta Leventina, restano gasolio ed elettricità. «Ma il costo di molti generi alimentari è ugualmente in salita», sottolinea Beffa. Eventuali aumenti di prezzo al ristorante, «sono però ancora in fase di valutazione».
Un motore per l'economia - Nel frattempo sulle piste ticinesi si preferisce non pensare, in caso la penuria energetica si faccia più pressante, all’eventualità di una chiusura dei comprensori da parte della Confederazione. «Gli impianti di risalita creano parecchio indotto in tutta la regione, dal panettiere, al macellaio fino al benzinaio, oltre che per i negozi di sport in piano», commenta Müller. «In caso di stop chi decide dovrà prendersi le sue responsabilità».
«Non dovremmo essere le prime vittime» - Una misura di questo genere «potrebbe creare un grosso danno economico», conviene Matteo Milani. «Va però sottolineato che la Confederazione considera gli impianti a fune come dei mezzi di trasporto pubblico, alla pari di treni e bus. In caso vengano applicati dei tagli sull’energia non dovremmo dunque essere in cima alla lista», conclude.