Il Gruppo Lupo Svizzera (GWS) è categorico: «Il rifiuto di proteggere le mandrie è per far pressioni sull'esecutivo»
BELLINZONA - Mentre sui tavoli del Governo svizzero è comparsa, proprio questi giorni, un'ordinanza per rendere più facile l'abbattimento dei lupi, le discussioni attorno alla presenza di questi grandi predatori non si placano, e i toni sono sempre accesissimi.
Se da un lato gli allevatori vittime di ripetute predazioni chiedono all'esecutivo di agire, dall'altro c'è chi non è affatto d'accordo: «Il 98% degli animali da reddito uccisi dai lupi in Ticino era privo di protezione del gregge», scrive oggi in un comunicato stampa il Gruppo Lupo Svizzera (GWS), associazione che si impegna a favore della coesistenza tra l'uomo e i grandi predatori.
«Una valutazione dei dati cantonali mostra che nel 2020 la stragrande maggioranza delle uccisioni in Ticino sia avvenuta in situazioni completamente prive di protezione», riporta l'associazione, parlando di «scandalo». Per il gruppo nemmeno dieci uccisioni, «ovvero appena il 2%» si sono verificate in branchi protetti. GWS è sicuro: «Per la maggior parte delle mandrie colpite sarebbe stato possibile mettere in pratica una protezione più ragionevole degli animali».
Spesso, poi, sono state trovate «solo le carcasse decomposte di molti degli animali». Ciò significa che non era più possibile prelevare campioni di DNA, rendendo difficile l'identificazione dell'aggressore. «Se si trovano carcasse decomposte ovunque, anche questa è una prova di una cattiva gestione delle mandrie, perché le depredazioni di lupo vengono scoperte rapidamente nelle greggi gestite bene».
Per il GWS gli allevatori ticinesi, «rifiutandosi di proteggere i greggi non solo sacrificano gli animali da allevamento al lupo, ma esercitano anche pressioni sulle decisioni politiche in sospeso».